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Il secondo numero de 'IL CINGOLO'

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Migliaia di adesioni ai tanti gruppi su Facebook, comunicati stampa, newsletter, mail, raccolta firme, fogli informativi, giornali locali, blog e siti internet sull’argomento e, soprattutto, associazioni, tante, e cittadini in prima linea per un obiettivo comune: scongiurare la realizzazione della cava di Punta Penna. Una mobilitazione come non la si vedeva da anni. Da Vasto arriva una lezione di impegno civile senza pari. Non cittadini che subiscono in silenzio gli eventi e le decisioni calate dall’alto, ma fautori del cambiamento e del ribaltamento di scelte non condivise, all’apparenza macigni insormontabili. Una cava per il ripascimento delle spiagge di Casalbordino; una cava da realizzarsi in uno dei tratti più belli, Punta d’Erce, Riserva Naturale. Dalle prime avvisaglie del pericolo sono partite le ricerche nei documenti ufficiali scoperchiando quelli che erano i progetti già stabiliti. Tante api operaie che giorno dopo giorno, da un blog all’altro, di bocca in bocca han macinato dati controbattendo e smentendo le rassicurazioni dei lontani politici (che di fronte alla crudezza delle carte si rimpallavano la patata bollente nonostante facenti parte del medesimo schieramento). Un battere inesorabile, riunioni, assemblee, presenza ingombrante nel consiglio comunale, fino a quando è arrivata la notizia: la cava non si farà. Non pecore, ma cani da guardia per il bene comune.
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