Quello che oggi il Signore ci chiede è di far fruttificare e di essere responsabili dei doni che ci dà ogni giorno, e, in modo particolare del dono del Vangelo. Dai protagonisti della parabola emergono due visioni opposte della vita: da una parte la vita, e i talenti ricevuti, come un’opportunità , dall’altra la vita come un lungo tribunale, pieno di rischi e di paure. I primi due servi entrano nella vita come in una possibilità gioiosa, di felicità ; l'ultimo non entra neppure, bloccato dalla paura di uscirne sconfitto. La parabola dei talenti è l'esortazione pressante ad avere più paura di restare inerti e immobili, come il terzo servo, che di sbagliare (Evangelii gaudium 49); la paura ci rende perdenti nella vita: quante volte abbiamo rinunciato a vincere solo per il timore di finire sconfitti! Questa parabola è il poema della creatività perché nessuno dei tre servi crede di poter salvare il mondo. Tutto invece odora di casa, di viti e di olivi o, come nella prima lettura, di lana, di fusi, di lavoro e di attesa, di semplicità e concretezza. Una delle parole più belle con cui si può descrivere l'avventura della vita è la parola responsabilità . Come nasce la responsabilità ? Come si diventa responsabili? La responsabilità avviene sempre e solo dentro un rapporto: qualcuno ci chiama e noi dobbiamo rispondere!
«Avverrà come a un uomo, che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni». Questo è vero in ogni esperienza umana a cominciare da quando si è piccoli. In che modo un bambino impara a diventare responsabile?Rispondendo, rendendo conto di sé a suo padre e a sua madre: a coloro che lo amano. È nell'esperienza di essere amati che nasce la responsabilità : sempre attraverso l'amore di qualcuno che, volendoci bene, prendendosi cura di noi, interessandosi alla nostra vita, dandoci del tu ci chiama, suscita in noi il desiderio e la capacità di rispondere, di aprire la mente e il cuore! In ogni vero incontro tra di noi ciascuno consegna, affida all'altro qualcosa di sé: i beni più preziosi, il tesoro del nostro cuore, ciò in cui crediamo, la nostra speranza! Se il contenuto della nostra comunicazione è vano, superficiale, non incominceremo mai a sentirci responsabili gli uni degli altri, non saremo mai veramente fratelli. Il «talento» del Vangelo è simbolo di ogni cosa preziosa della vita. La vita stessa è la grande immensa comunicazione che Dio fa di se stesso a noi: è Lui che istante dopo istante ci chiama. Gesù è venuto a ridestare in noi la capacità e il desiderio di rispondere a Dio: nessuno più di Cristo può aiutarci a vivere in modo intenso la realtà della vita. Amen!