Si sa che stavolta è il turno di Giorgia Meloni.
Come si sapeva che 3 anni fa (alle europee) era il turno di Salvini, che poi ha fatto il Papete e ha perso tutto.
Come si sapeva che 5 anni fa era il turno di Di Maio, che poi da movimentista populista è diventato governista e ha perso tutto.
Come si sapeva che 8 anni era il turno di Renzi, che ha fatto art. 18 e referendum e ha perso tutto.
Come si sapeva che 14 anni era il turno di Berlusconi, che poi ha fatto ridere Merkel e Sarkozy ed ha perso tutto.
Come si sapeva che 16 anni fa era il turno di Prodi, che aveva e si è messo contro Mastella ed ha perso tutto.
Per trovare un presidente del Consiglio eletto e rimasto in carica 5 anni consecutivi bisogna tornare al 2001 (secondo Governo Berlusconi). E questa non è una filastrocca, ma la triste storia della politica italiana nelle eterne prove che gli elettori fanno per cambiare, perché gli italiani, praticamente insoddisfatti del leader precedente, ne individuano un altro, che sistematicamente si brucia, durando al massimo tre anni.
Di leader (partendo dal 2006) in sedici anni il popolo italiano ne ha trovati e votati ben sei: Prodi, Berlusconi, Renzi, Di Maio, Salvini e Meloni. Praticamente di ogni latitudine politica: boiardi di Stato, imprenditori, politici puri e bibitari. Questo perché il popolo italiano sceglie ovviamente tra ciò che offre il convento, con un unico indispensabile requisito: che il leader da votare sia stato all' opposizione, perché bisogna cambiare e dimostrare la propria insoddisfazione.
Stavolta il convento offre la Meloni, che è stata all' opposizione negli ultimi 10 anni ed è donna: gli italiani la manderanno al Governo, nonostante gli appelli alla democrazia, come mandarono al Governo i 5 Stelle nel 2018 nonostante gli appelli per la loro inesperienza. Gli elettori non guardano il passato dei leader, ma lo provano se viene dall' opposizione, a garanzia della insoddisfazione popolare.