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Dall' anomalia del 2017 alla normalità di oggi

L'editoriale di Ods

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Dal dopoguerra in poi San Salvo ha avuto una maggioranza e una minoranza alternative, sia pure di vario genere, dove chi vinceva era per uno scarto minimo: qualche centinaio di voti. Questo consentiva a chi stava al potere di non sentirsi immortale e a chi stava all' opposizione di lavorare ai cambiamenti. I quali in 75 anni di storia Repubblica (e 15 elezioni comunali) ci sono stati 5 volte: nel '56, nell' 85, nel '91, nel '94 e nel 2012.

L' anomalia c' è stata solo nel 2017, allorquando la maggioranza uscente di centrodestra ha preso il 68% e il centrosinistra (diviso in tre parti) il 32%: due terzi contro un terzo. Cinque anni fa, per capirci, chi stava al potere aveva 3500 voti in più dei competitor. Adesso se consideriamo assieme i due di centrosinistra, Travaglini e Mariotti hanno 450 voti in più della De Nicolis (espressione del centrodestra uscente). E pure tra i ballottanti (De Nicolis e Travaglini) lo scarto è sempre di 450 voti.

Insomma, il primo turno è servito per farci tornare alla necessaria normalità politica, che si è avuta per la coraggiosa rottura di 4 personalità (che ci hanno messo la faccia per rompere l' incantesimo), per l' entusiasmo di 80 candidati (tra cui una cinquantina di giovani professionisti che vogliono dare un contributo di cittadinanza attiva), per la generosità politica di 4 partiti storici (Pd, Psi, Articolo 1 e SI) e soprattutto per la leadership di Fabio Travaglini, che ha già il merito di aver riportato questa Città alla normalità politico-elettorale, in cui si vince o si perde per poche centinaia di voti e non per 3500 come nell' anomalo 2017.

Il secondo turno di ballottaggio, domenica 26 giugno, deciderà chi sarà il sindaco e chi il capo dell'Opposizione, ma nella normale dialettica politico - amministrativa. 

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