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I FRANCHI TIRATORI DI CASELLATI NEL CENTRODESTRA COME QUELLI DI PRODI NEL CENTROSINISTRA

Dove va l’Italia dopo la pantomima della settimana scorsa

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Nel 2013 il centrosinistra si divide e brucia prima Marini e poi Prodi. La fregatura quirinalizia a Prodi risulta evidente perché il centrodestra (che aveva partecipato al voto per Marini) esce al momento in cui viene candidato Prodi. Per cui i voti mancanti all’ esponente della sinistra sono tutti del suo schieramento e sono un centinaio.

Nel 2022 il centrodestra si divide e brucia prima Berlusconi (che ritira la candidatura per non farsi impallinare in aula) e poi Casellati. La fregatura quirinalizia a Casellati risulta evidente perché il centrosinistra (forse proprio prendendo spunto da ciò che aveva subìto nel 2013) esce al momento in cui viene candidato Casellati. Per cui i voti mancanti all’ esponente della destra sono tutti del suo schieramento e sono una sessantina.

Dopo la fregatura quirinalizia a Marini/Prodi, nel centrosinistra si è dovuto chiedere al presidente uscente Napolitano di rimanere, è caduta la leadership di Bersani, è nata e morta la leadership di Matteo Renzi, si sono consumate le scissioni di D’ Alema (Art. 1), di Renzi (Italia viva) e di Calenda (Azione), è nata e morta  la leadership di Zingaretti, è salito e caduto il Movimento 5 Stelle (passato dal 25% raccolto nel ’13 al 33% raccolto nel ’18, che ha fatto parte prima di un governo con la Lega, poi di uno con il Pd ed ora di uno col Pd e Lega insieme). Ma soprattutto il centrosinistra ha perso ben 7 Regioni: Sicilia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Liguria).

Dopo la fregatura quirinalizia a Berlusconi/Casellati, nel centrodestra si è dovuto chiedere al presidente uscente Mattarella di rimanere e, come è accaduto all’altro schieramento qualche anno fa, saliranno e cadranno le varie leadership, si consumeranno ulteriori scissioni, si perderanno varie Regioni conquistate nella fase precedente. Ma il punto non è solo questo.

Il punto ora è di prendere finalmente atto che non funziona più l’Italia bipolare nata nel '91 dalla testa di Mario Segni (contro le continue instabilità dei governi della prima repubblica ad ogni livello), realizzata grazie alla discesa in campo di Silvio Berlusconi nel '94 (sdoganatore del Msi e federatore di ex socialisti, ex democristiani ed ex fascisti) e che, però, ha retto solo ai livelli comunali, provinciali e regionali con l’elezione diretta di sindaci e presidenti.

Purtroppo a livello nazionale l’Italia bipolare (costruita sull’alternanza centrodestra/centrosinistra) è finita con le elezioni del 2006, allorquando le due coalizioni pareggiarono, anche se fu consentito a Prodi (in virtù del premio di maggioranza preso alla Camera) di fare il suo ultimo Governo, che durò solo 2 anni. La legislatura successiva nata dallo scontro elettorale Veltroni / Berlusconi vide l’ennesima vittoria di quest’ ultimo, che però non riuscì a far durare il suo ultimo Governo per l’intera legislatura. Azzoppato dal combinato disposto di Draghi (nota la sua lettera da capo della Bce), Fini (“che fai? Mi cacci?”) e Ruby (“nipote di Mubarak), Berlusconi dovette addirittura votare chi lo aveva scalzato di sella: il Governo Monti- Fornero.

Ma se l’effetto elettorale della travagliata legislatura (2008-2013) fu il 25% di Grillo, la non vittoria di Bersani e la ricordata fregatura quirinalizia a Marini/Prodi che ha sfasciato il centrosinistra, portando il Pd al suo minimo storico nel 2018, quale sarà l’effetto elettorale di questa travagliata legislatura (2018-2023) a maggioranza populista, partita col 33% di Grillo, la non vittoria di Salvini-Meloni e la fregatura quirinalizia a Berlusconi / Casellati? Lo vedremo alle elezioni del prossimo anno, tuttavia è bene riflettere su cosa fare senza attendere che arrivi la probabile consunzione del centrodestra, dopo le già viste consunzioni del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle: le consunzioni dei partiti portano alla consunzione del Paese, dimostrano i continui coinvolgimenti di tecnici (Monti, Draghi, Belloni, Cartabia, ecc…)

Visto il fallimento di questo bipolarismo bastardo, la migliore soluzione è il sistema semipresidenziale alla francese, che al presidente della Repubblica eletto direttamente dà autorevolezza nel fare i Governi, ma induce questi ultimi a dialogare in Parlamento con partiti liberi da logiche forzature coalizionali, perché eletti con la proporzionale…praticamente ciò che da noi succede nei Comuni e nelle Regioni e che non si capisce perché non può andar bene per lo Stato

Ps…forse lo si capisce. Con questo sistema elettorale non adatto all’ Italia e la relativa confusione generata dalle continue non vittorie e da leader sostanzialmente incapaci, l’ Italia viene rimessa in riga da Europa, Mercati e Grandi Vecchi con iniezioni alla Draghi…ma va bene agli italiani ?

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