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"Si istituisca nei Comuni della costa un Assessore con delega per le zone interne"

Lo chiede Domenicangelo Litterio dopo il convegno "Aree costiere e zone interne"

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Il Movimento Difesa delle zone interne ha partecipato all’interessante convegno tenuto nei giorni scorsi nella sala Aldo Moro degli ex palazzi scolastici di Vasto, su iniziativa del Forum Civico Ecologista, l’ARCI Vasto e Italia Nostra, con il patrocinio del Comune di Vasto.

L’interesse della Difesa  è scaturito soprattutto dal tema annunciato “ Aree costiere ed entroterra: connessioni interdipendenti”. Il contenuto di sintesi, coerente con le aspettative, è stato quello di  sollecitare una più attenta valutazione dei rapporti  intercorrenti tra le diverse parti del territorio, con riferimento alla mutata sensibilità sociale verso i piccoli Comuni e gli oggettivi e reciproci interessi a conservare quel grande patrimonio di risorse umane, ambientali e culturali presenti nelle aree interne.

Naturalmente,  interventi autorevoli sia da parte dei relatori, Pazzagli e Marcovecchio, sia da parte dei presenti hanno confermato, con diversi e differenziati contributi, la necessità che si metta mano al processo di riequilibrio sociale ed economico tra le diverse parti del territorio regionale.

La nota che il Movimento DIFESA ha colto come lettura comune e condivisa dell’attuale squilibrio, si riferisce soprattutto alla constatazione che il territorio interno vada tutelato perché risulterebbe “utile” alle aree costiere; le piccole Comunità presidiano il territorio, consentono l’aumento boschivo, concorrono ad evitare slittamenti e frane, assicurano le produzioni artigianali, culinarie e dei prodotti tipici tanto di moda oggi.

Su questa impostazione il Movimento DIFESA ripropone la lettura di base del problema monte-valle: ognuno deve avere diritto di abitare dove vuole, a parità di doveri, indipendentemente dal fatto che sia o no utile a qualcuno o a qualcosa; questo è il diritto fondamentale che bisogna difendere. D’altra parte questo diritto non deve essere “ concesso”,  è nella natura umana, le istituzioni devono soltanto difenderlo e garantirlo. Né questo diritto prevede una punizione per chi sceglie di abitare in un posto piuttosto che un altro.

Infatti nessuno può negare che chi abita nei paesi interni e montani è punito con mille servizi ed opportunità di cui non possono godere: lavoro, istruzione, sanità, mobilità in generale.

La negazione dei diritti è conseguenza dell’adozione di due criteri di comportamento: il servizio collegato al numero degli utenti e la legge uguale per tutti.

Quest’ultimo comportamento penalizza i residenti delle aree interne; oltretutto pretende di essere giusto ed imparziale nella sua evidente contraddizione: infatti non è giusto adottare lo stesso provvedimento uguale per tutti se non tutti sono uguali.

L’adozione del numero per avere un servizio richiama l’imbroglio di chi vuole dare un beneficio, per esempio, ai soli adulti, dove ci sono soltanto giovani.

Avere la scuola, ancora per esempio, non può dipendere dal numero degli alunni; le istituzioni devono trovare un altro criterio (e magari un’altra e ugualmente valida didattica) per consentire comunque a tutti i ragazzi di istruirsi nel proprio paese.

Ora il punto è proprio questo: condividere e lottare per assicurare a tutti il godimento dei diritti fondamentali. La nostra storia di Abruzzesi è avara di vittorie in questo campo.

Per il Vastese, poi, riecheggia il monito di Giuseppe Quinzii, nella sua poesia “Mare e muntagna” ( in G. Quinzii – 1 Opere – Poesie, Tinari Editore, 2006 – pag. 196).

Il pastorello e la ninfa marina vorrebbero tanto conoscersi e amarsi , ma alla fine il pastore ammette

 oj mare, mare me’ – specchie lucente

 ‘nen pozze scegne no, ca scignarrìa.

E la ninfa a sua volta, in finale:

oj pasturelle me’, pasturellucce

j stengh’attaccate a lu scoije

e nen pozze menirt’a vascià!”

Nei fatti il pastorello è sceso in massa dalla sua montagna, ma la ninfa è rimasta attaccata al suo scoglio. Ora questo è il passaggio che ci attende, il salto culturale dell’integrazione monte-valle nella reciprocità delle occasioni e degli interessi.

Un segnale importante potrebbe essere quello di istituire nei Comuni di costa in Giunta un Assessore con delega per le zone interne. Un segnale che questa ninfa si vuole liberare dal suo scoglio.

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