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Ci vediamo a “metà secolo”.Forse...

L' editoriale di Nicola Dario

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La scena — piuttosto patetica — dei leader del G20 che gettano una monetina nella Fontana di Trevi è diventata un pezzo della narrazione piuttosto romanzesca che la stampa ha fatto di questo incontro — ed è una rappresentazione piuttosto fedele di come le cose siano andate al summit. Nella dichiarazione conclusiva si legge che i leader dei paesi più sviluppati del mondo contano di arrivare alle emissioni zero “entro o attorno metà secolo.” Insomma, se la politica riconosce “la minaccia molto seria e urgente del cambiamento climatico,” non ha la capacità di accordarsi sulle soluzioni radicali necessarie per salvare il mondo. Nel documento, inoltre, si rinnova l’impegno — già preso dai principali investitori — di non finanziare centrali elettriche a base di carbone nei paesi più sfruttati del mondo, ma il documento non prevede impegni per come abbandonare le centrali a carbone che sono presenti nei paesi del G20.

I leader non si sono lasciati benissimo, all’indomani di una COP26 che si preannuncia durissima. DRAGHI HA CERCATO DI RACCONTARE CHE IL SUMMIT SIA STATO UN SUCCESSO: secondo il presidente del Consiglio ora la COP26 potrà “costruire su fondamenta solide,” e il summit di Roma avrebbe “spostato gli obiettivi.” Un dato riportato da Draghi è vero: in precedenza nessun comunicato del G20 aveva mai riconosciuto la necessità di rimanere sotto i 1,5 °C. Draghi ha trovato il sostegno di Macron, che ieri ha elencato gli impegni presi dal G20 su Twitter, e ha ringraziato l’organizzazione italiana per il successo del summit. Di opinione parecchio diversa sembra essere Boris Johnson, che ha la necessità di dividere le responsabilità del possibile fallimento della COP26 di Glasgow. Secondo il premier britannico le promesse dei leader del mondo “iniziano a suonare vuote.”

Ma il fallimento del G20 non è soltanto sul fronte ambientale: nel documento, i leader sono tornati a darsi l’obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro la fine dell’anno. UN OBIETTIVO CHE, COME GIÀ DETTO TANTE VOLTE, È INGANNEVOLE: IL 49,4% DELLA POPOLAZIONE GLOBALE HA RICEVUTO LA PRIMA DOSE E IL 38,8% ANCHE LA SECONDA — MA SOPRATTUTTO CON QUESTA RISOLUZIONE SI NASCONDE IL VERO DATO ALLARMANTE: NEI PAESI A BASSO REDDITO È STATO VACCINATO SOLO IL 3,6% DELLA POPOLAZIONE. L’unico passo avanti sul fronte dei vaccini è un breve passaggio in cui i leader si impegnano a “riconoscere” i vaccini ritenuti sicuri dall’OMS — un riferimento diretto allo Sputnik V russo, la cui approvazione in Europa e negli Stati Uniti procede a rilento, secondo la Russia per ragioni politiche

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