Se la fotografia è arte, quella di Antonino Vicoli appartiene senz' altro alla corrente del realismo. Cosa che si rileva in modo abbastanza evidente osservando le opere fotografiche esposte nella mostra di Via Roma 43 a San Salvo (presso lo studio Archetico degli architetti Assogna e Marinelli).
Le opere esposte sono tante e tutte catturano l' attenzione del visitatore, perché prima (cioè quando sono state prodotte con lo scatto della macchinetta di Antonino) avevano catturato l' attenzione dell' artistica. Si tratti di un' alba o di un tramonto, di un riflesso di sole o di un arcobaleno, di un volto o di uno scorcio antico, di due serpenti che amoreggiano o della neve cade. Ma anche di luce riflessa o giochi dei colori. Tutte cose reali, vere, autentiche e soprattutto non ritoccate.
Ci tiene a precisarlo l' artista: "Le foto non sono ritoccate. I colori sono veri". Per questo parliamo di realismo fotografico. Nelle foto di Vicoli la bellezza, la stranezza e l' originalità non vengono ottenuti con le tecnologie delle modernissime macchine fotografiche. A lavorare di fantasia è la natura stessa che con le proprie bizzarrie propone serpenti incrociati, sguardi serafici (come quello di Mario Torricella), raggi di sole che accarezzano il mare, uccelli che si "posano" sul mare in tempesta e tanto altro.
Ma a produrre l' arte é la captazione che ne fa Antonino. Il quale resta impressionato (e qui si potrebbe parlare di impressionismo fotografico) dal gioco che arriva al suo sguardo dalla bizzarra realtà , che immortala armato di santa pazienza. Infatti dice: "Per fotografare i serpenti in amore ci sono andato più volte, sapendo che sono territoriali. Per fare quest' altra foto mi sono svegliato prima dell' alba. E per quest' altra ci ho messo tre - quattro ore".
Insomma per produrre opere di realismo fotografico ci vuole macchinetta e pazienza, anzi macchinetta e passione. Passione per il gusto di captare la diversità che colpisce. Ma soprattutto ci vuole il tormento interiore, si il tormento per leggere come si diverte la realtà a non essere mai uguale a se stessa.
Antonino Vicoli non è solo un uomo paziente, come ce n' è sono tanti e non è solo un bravo fotografo come pure ce n' è sono. È soprattutto un artista, perché ha tormento interiore: tormento di captare cose che noi altri vediamo solo dopo...