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MOLISE UN PICCOLO PAESE CON UNA GRANDE STORIA

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La racconta uno stemma, per molti incomprensibile, che sopravvive con apparente poca dignità su un vecchio muro che una volta era il castello di Molise.

Molise ha una storia lunga fatta anche di complesse interpretazioni, ma in questo momento interessa lo stemma.

 

Il carattere sembra inequivocabilmente di un’epoca variabile tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento. Dalla metà del Quattrocento, e più precisamente dal 1442, con l’arrivo di Alfonso d’Aragona il Magnifico sul trono di Napoli questo tipo di scudo tende a scomparire perché sostituito da quello aragonese detto a “testa di cavallo”. Non è una regola ma una tendenza araldica di natura anche ideologica. E’ la conclusione di fatto del dominio angioino e l’inizio di quello aragonese.

Quindi esistono ragionevoli indizi per capire quale famiglia ne sia titolare.

Più importante, però, è tentare di capire chi possa essere il titolare di quello stemma che presumibilmente è lo stesso signore che materialmente fece costruire il castello di Molise e ne attestò il potere con il proprio blasone.

E’ uno stemma molto particolare perché non appartiene a quelli cosiddetti “parlanti”.

Apparentemente non vi è nessun nesso tra il disegno e il nome del feudatario.

Invece l’emblema sembra legarsi a due elementi della tradizione cristiana. Una lettera M presa a prestito dal nome di Maria Madre di Dio che è sormontata da una piccola croce.

In realtà si tratta di un monogramma, una M, che richiama il nome della famiglia Montagano che tenne il feudo di Molise tra la fine del Trecento e l’inizio di quello successivo.

Per averne contezza ci dobbiamo spostare nella chiesa dell’Assunta di Montagano da dove questa famiglia proviene e dove lo stemma dei Montagano appare su uno scudo a Testa di cavallo” datato 1543.

Il blasone dei Montagano in questo caso è costituito da un semplice monogramma, M, sormontato da una croce.

La forma dello scudo del castello di Molise è molto particolare e, sotto certi versi, è rarissima per il particolare della linea superiore mista che presenta una punta rivolta in alto nella parte centrale.

In Italia se ne trovano pochissimi esempi medioevali e per una possibile datazione ci sono utili alcuni capitelli trecenteschi viscontei e sforzeschi di area lombarda da cui sembrerebbero mutuate anche le tre rosette abbottonate delle quali due nel capo e una in punta.

Nel campo è posto un monogramma che ha un vago riferimento a quello mariano della Madonna.

Non abbiamo alcun riferimento storico che ci permetta di capire a quale dei Montagano possa essere collegata la presenza di questo stemma. Forse può aiutarci la forma particolare dell’impianto delle torri del castello che, sebbene ormai prive dell’originario coronamento merlato, hanno una base circolare priva di scarpa e redondone.

Si tratterebbe del sistema più antico di apparato difensivo angioino e riconducibile ai primi del trecento.

Solo questo potrebbe aiutarci a tentare di dare un nome al Montagano titolare di quello scudo.

Tra i personaggi importanti dei Montagano troviamo Francesco.

Fu valoroso allievo di Giacomo Caldora e fece parte del suo “esercito nomade”.

Passò poi al servizio del figlio Antonio Caldora e si barcamenò tra angioini e aragonesi.

Morì senza figli nel 1450. La sua eredità passò al fratello Giacomo

Giacomo, l’ultimo rampollo della famiglia, morì nel 1477 a Montagano senza figli. Fu definito da Giovanni Summonte “Iacobutio Montagano viris periculosissimis, et manu promptis” .

Ma queste sono altre storie…

Per le acquasantiere di Montagano vedi:

https://www.francovalente.it/.../le-misteriose.../

 

 

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