Roberto Festa, sessantanove anni, stimatissimo pediatra sansalvese, è morto verso le 18 di oggi 25 maggio sulle strisce pedonali della Statale 16 appena dopo la rotonda de Le Nereidi. Stava attraversando quella maledetta strada dopo aver percorso la pista ciclabile da San Salvo per andare alla marina. E’ stato investito da un automobilista che proveniva da sud.
Può un giornalista fare un titolo così ? Irriguardoso, irrituale, particolare. Forse per deontologia no. Non so. L’Ordine potrebbe pure richiamarmi. Ma in questo momento più che il giornalista scrive l’amico di Roberto Festa, che ne piange la morte, come tanti a San Salvo. Ancora mi ricordo quando agli inizi di dicembre del ’92 sono andato a prenderlo a casa per fargli visitare la mia creatura, appena riportata a casa a una settimana di vita. E mi ricordo tutte le volte che sono andato nel suo ambulatorio per la mia bambina e per mio nipote (perché mia sorella stravedeva per lui). Mi ricordo anche delle riunioni che abbiamo fatto in quel suo ambulatorio come Comitato ambiente. Mi ricordo della sua passione per il cavallo, passione che ho avuto pure io.
Soprattutto mi ricordo di due - tre giorni fa quando ci parlai per dirgli di contattare il suo amico neuropsichiatra infantile e farlo entrare come terapeuta nella nostra Fattoria condivisa. Non solo me ne ricordo, ma me ne rammarico perché so di quanto sarebbe stato bello fare pet teraphy con lui e aiutare tanti bambini bisognosi.
Poco fa sul maledetto posto dove ha trovato la morte Roberto, il nostro comune amico Nicola Gizzi, in lacrime, ha detto: “Ma come è possibile che sia morto proprio lui che di piccole vite ne ha salvate tante”. Non è possibile rispondere a Nicola. Perché la morte, soprattutto la morte tragica, improvvisa, di un uomo attivo e vitale; è cosa che appartiene al mistero divino. E’ cosa sulla quale noi uomini nulla possiamo. Ma c’è una cosa che invece possiamo e dobbiamo fare subito: EVITARE CHE SU QUEL MALEDETTO ATTRAVERSAMENTO PEDONALE CONTINUINO A SUCCEDERE FATTI TRAGICI (lo scorso anno la giovane figlia di Dario Di Tullio per poco non ci ha rimesso la pelle).
I vigili e i carabinieri di continuo fanno rilievi su pedoni e ciclisti che vengono investiti. Sulla base di detti rilievi è il caso di dare fin da subito incarico ad un perito stradale per trovare una soluzione alternativa. Si valuti se è il caso di chiudere l’attraversamento pedonale oppure se è da spostare. Non è possibile contare morti e feriti gravi e non fare nulla. Almeno Roberto non sarà morto invano.