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LE DIMISSIONI DI ZINGA FIGLI DELLA "POLITICA" DI OGGI

L' editoriale di Ods

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Quando una quarantina di anni fa iniziai a fare politica (dopo aver letto un classico di filosofia ed economia scritto nel secolo precedente), c' erano due partiti grandi, uno medio-grande, uno medio piccolo, tre partiti piccolissimi di governo e quattro piccolissimi di opposizione antisistemica.

La Dc aveva appena scelto di abbandonare la linea dell' unita nazionale di Zaccagnini, con un congresso in cui era stato eletto Piccoli.

Il Pci continuava sulla linea del compromesso storico lanciata 7 anni prima da Berlinguer e passata per migliaia di direzioni nazionali e  locali.

Il Psi aveva appena scelto di abbandonare la linea dell' alternativa di sinistra di De Martino, con l' elezione di Craxi, che avrebbe mantenuto la stessa posizione fino alla morte (letteralmente!). 

L' Msi - Dn continuava sulla linea del neo fascismo lanciata dal dopoguerra, che avrebbe mantenuta fino alla seconda repubblica. 

Il Pri, il Psdi e il Pli continuavano sulla stessa linea filo-governativa lanciata dal dopoguerra, che avrebbero mantenuta fino al loro disfacimento nel '94.

Il Partito radicale e i partiti di estrema sinistra (Lc, Pdup, Democrazia proletaria) continuavano su una linea antisistemica lanciata nel' 68 l, che avrebbero mantenuta fino al loro rispettivo disfacimento. 

Questo breve escursus storico è per dimostrare che i partiti (tutti!) sono stati una cosa seria e quando cambiavano linea lo facevano con congressi o direzioni (congressuali) che duravano ANNI di lacerante travaglio (non Travaglio). 

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Un mesetto fa:

il Pd è passato in una nottata dalla linea "O Conte o morte" all' appoggio del Governo Draghi, concretizzatasi con 3 ministeri dati ai capicorrenti;

il Movimento 5 Stelle è passato in una riunione con Beppe Grillo dal "mai con Draghi" detta dal reggente Crimi all' ingresso nel Governo Draghi di 4 ministri, a partire da Di Maio che in due anni e mezzo è passato dalla proposta di impeachment al Capo dello Stato a teorizzare un partito moderato e liberale;

la Lega è passata dall' antieuropeismo militante al voto a favore del Recovery al Parlamento europeo. 

Cambi repentini di rotta, ripudio di ciò che si era sostenuto il giorno prima, salite sul carro ministeriale per le poltrone generano all' esterno un discredito generalizzato nella politica. Ed all' interno hanno appena generato:

1) nel Pd le dimissioni di Nicola Zingaretti dalla segreteria;

2) nel Movimento 5 Stelle l' uscita di Alessandro Di Battista, la rottura di Casaleggio, la scissione di una quarantina di parlamentari con la creazione di "Alternativa c'è";

3) nella Lega... vedremo. 

Tutto questo dimostra che i partiti di oggi non sono più una cosa seria e quello che sta succedendo in questi giorni è la diretta conseguenza della loro mancanza di serietà.

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