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Vaccino anti Covid-19, «Com’è lunga l’attesa! Perché indugiano ancor?»

L’editoriale di Rodrigo Cieri

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Ecco il dramma dell’attesa. Non tutti gli ultra 80enni sono stati vaccinati, anzi, siamo appena agli inizi. Non tutti hanno manifestato interesse alla vaccinazione per una serie di motivi; è facile immaginare le difficoltà per  chi non ha dimestichezza con  i mezzi moderni, pc e smartphone,; non tutti sono stati raggiunti. Ci sarebbe da chiedersi come mai molti non hanno prenotato la vaccinazione e se sono stati contattati. Chissà!

E poi mancano i vaccini. E poi non tutti i vaccini a disposizione sono stati somministrati. E allora lettori di blog e pagine di fb nei loro commenti pongono le domande: con quali criteri vengono chiamati coloro i quali sono iscritti nell’elenco predisposto dagli uffici regionali e trasmessi alle ASL e agli ospedali o strutture ove il vaccino viene somministrato?  Si applica il criterio dell’età o dell’iscrizione? Una commentatrice lamenta che il padre ha oltre 90 anni, si è prenotato appena sono state avviate le iscrizioni. Eppure…

Quando sondaggisti specializzati riferiscono che comincia a diffondersi una certa ansia, un certo timore di non farcela da parte di quegli anziani che dovrebbero essere privilegiati, una certa fobia, dicono il vero. L’ansia si sta diffondendo in tutta Italia con più incidenza nelle regioni che si trovano indietro.

Occorre innanzitutto comunicazione  e che sia chiara. Comunicazione sui tempi, sulle strutture disponibili. Nessuno pretende o intende raccomandarsi o fare pressione per essere chiamato prima degli altri. Se non si stabiliscono e si comunicano i criteri e i tempi di chiamata, ma si opera nella confusione, è facile che nascano i dubbi e ci vanno di mezzo le persone che vengono chiamate per prima. Se è fine marzo o fine aprile importa relativamente, basta saperlo, basta sapere che si segue un ordine, qualunque esso sia, ordine cronologico di iscrizione,  età, di zona, dai centri più grandi ai più piccoli, non importa, basta saperlo. 

È la confusione che va superata, l’incertezza, il  dubbio che chi di dovere non sappia come muoversi.

Un criterio potrebbe essere quello dell’ordine alfabetico dopo l’estrazione di una lettera. Mi dice un anziano signore in attesa: se so di essere vaccinato a fine aprile o fine maggio, ci sto, ma ci pensi all’ansia giornaliera, a iniziare dalla mattina e chiedermi: sarà per oggi? E questo tutti i giorni.

Paolucci sui vaccini accusa: «Abruzzo ultimo anche per completamento del ciclo vaccinale. Ad oggi gli abruzzesi vaccinati sono poco più di 20.000, pari ad appena l’1,58% della popolazione, l’Esecutivo non ha un programma e lo ammette, il caos della gestione dell’emergenza travolge anche la fase dell’immunizzazione.»Fa il suo gioco politico? Lo si smentisca!

Occorre una iniezione di ottimismo, di fiducia, che renda paziente l’attesa e ciò solo con comunicazione chiara e che tutti gli addetti ai lavori facciano percepire una organizzazione efficace e certezza di percorso.

 

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