Scrivo adesso questo editoriale, perché ho voluto aspettare quantomeno i primi provvedimenti del Governo Draghi, evitando di unirmi al coro degli entusiasti che sono diventati "draghisti" dopo essere stati "contisti".
Renzi ha fatto la crisi, ma ha trovato "porte aperte alla Renault" (e dico Renault per non rischiare di essere incriminato per vilipendio); ha trovato il consenso di mezzo Pd e del establishement europeo, tanto è vero che Conte non ha trovato che 10 "responsabili" in Parlamento: i trampolieri capiscono dove tira il vento e il vento non tirava verso "Conte o morte".
Il vento tirava verso Mario Draghi, perché "chi muove le fila per davvero" aveva capito che né Conte personalmente e men che meno il suo Governo avrebbero avuto la forza politica e tecnica di portare a casa i quasi 300 miliardi di euro dall' Europa gc (gentilmente concessi).
Invero, chi "muove le fila per davvero" sapeva e sa bene che Draghi saprà mettere in cassaforte i soldi del Recovery found.
Anzi, da come si stanno comportando i partiti e da come si vanno componendo gli equilibri parlamentari, possiamo dire che non ci sono le condizioni politiche per fare altro, se non gestire le vaccinazioni.
Su ristori e gestione dei colori della pandemia, Draghi farà più o meno quello che ha fatto Conte. Mentre i veri risultati li avrà su Recovery e Piano vaccinale, che comunque si tratta di due emergenze (in una) che faranno ripartire il Paese. Motivo per il quale SuoerMario sarà eletto alla presidenza della Repubblica.
Eventuali riforme dovranno essere fatte dal Governo della prossima legislatura... se sarà un Governo riformista.