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IL PROBLEMA NON È DRAGHI MA MONTI

LA MELONI PROBABILE CAPO DELL’ OPPOSIZIONE PARLAMENTARE

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Ad oggi hanno detto di appoggiare Draghi Italia viva, Responsabili, Azione +Europa, Pd e Forza Italia, cioè poco più del 30% dei parlamentari.

Dovrebbero dire di anche le 5 Stelle (sia pure con qualche malpancista) dopo la dichiarazione di “non ostacolo” da parte di Giuseppe Conte, nuovo leader politico del Movimento e la Lega, poiché Salvini si sta facendo convincere dall’ ala governativa del suo partito capitanata da Giorgetta e Zaia.

Motivo per cui è probabile che Draghi faccia il suo Governo (al momento non si sa se di “alto profilo”, come dettato da Mattarella, tecnico o politico o tecnico-politico, a maggioranza Ursula o Ursulo-leghista). L’ unica cosa certa, che tale rimarrà, è l’ Opposizione della Meloni di Fratelli d’ Italia.

I primi Governi di compromesso storico del secondo dopoguerra (Parri prima e De Gasperi poi, con dentro Dc – Pci- Psi- Pd’ Azione) videro accrescere il consenso dell’ Uomo qualunque di Giannini. Il secondo Governo di compromesso storico (Andreotti, con l’ astensione di Berlinguer e il Psi di De Martino, prima che Craxi si smarcasse dalle “Due Chiese”) vide accrescere il consenso del Partito radicale di Pannella dentro il Parlamento e di Autonomia operaia fuori. Il terzo Governo di compromesso storico (Monti, con dentro A – B- C, cioè Alfano, Bersani e Casini) vide accrescere il consenso del nascente Movimento Cinque Stelle, al tempo fuori dal parlamento, che si presentò per la prima volta nel 2013 e prese il 25% dei voti, avuti dai delusi di Bersani e di Berlusconi.

Anche se Draghi fosse un santo farebbe degli scontenti, come li fecero De Gasperi (e c’era stata la guerra), Andreotti (e c’erano le Brigate Rosse) e Monti (e c’era Mister Spread a 500). Chi capitalizzerà gli scontenti ? A destra sicuramente la Meloni, che prenderà da Forza Italia e dalla Lega. E a sinistra ???

Dopo la macelleria sociale del 2013, Bersani non vinse e il M5S prese il voto di un elettore su quattro. Lo stesso Salvini risollevò la Lega, puntando la Legge Fornero, cosa che spiegherebbe le sue perplessità, ma tutti sanno che l’attuale capo leghista non è un leader di altissimo livello (come ci racconta il Papete).

Certo Mattarella, Draghi, i media, il Sistema finanziario e, l’ Europa faranno di tutto perché il nuovo Governo non venga bruciato, ma molto dipenderà dalle politiche sociali che il Governo farà, posto che Draghi si è formato con Federico Caffè e dunque crede nell’ intervento regolatore dello Stato in economia.

Possiamo dire che il successo del nuovo premier dipenderà dalla distanza che saprà prendere dal cattivo ricordo prodotto dal suo predecessore  Monti e che il probabile successo elettorale della Meloni nel 2023 dipenderà da quanti “amici” avrà con lei all’ opposizione.

 

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