«Whatever it takes, and believe me, it will be enough». È il 26 luglio del 2012. L’Europa dell’euro è in grande difficoltà . Sale lo spread in molti Paesi. In Grecia tornano a soffiare pesanti venti di crisi. L’euroscetticismo inglese si gonfia. Draghi, da meno di un anno Presidente della Banca centrale europea, sale sul palco della conferenza di Londra e, senza troppi preamboli, pronuncia la storica frase, che cambia il corso della crisi, ma soprattutto impedisce che l'euro imploda.
Tutta la sua gestione, alla presidenza della BCE, si caratterizzerà per un piglio assolutamente eterodosso, rispetto al fanatismo ideologico dei tedeschi, ai quali la sua gestione procurerà più di una crisi di nervi.
Tanto premesso, dico subito, a scanso di equivoci, che preferirei andare alle elezioni e scegliere una proposta politica per il governo del Paese.
Tuttavia continuo a pensare (è da molto tempo che lo scrivo) che l'allievo più brillante di Federico Caffè (il più prestigio economista italiano di scuola keynesiana del '900, insieme a Piero Sraffa, Augusto Graziani e altri), se riuscirà ad attuare politiche economiche e sociali altrettanto eterodosse, quale è stata la sua gestione della BCE, potrebbe sorprenderci tutti. Perlomeno lo spero.
Di una cosa -istintivamente- sono certo: se il tentativo di Draghi andrà in porto, e troverà una maggioranza politica che lo sostenga, il suo non credo affatto che sarà un governo Monti 2.0. Monti aveva formato un governo (sostenuto da tutti i partiti, tranne la Lega, ricordiamolo), con un mandato preciso: DISTRUGGERE LA DOMANDA INTERNA (attraverso una politica di...consolidamento fiscale), cosa che dichiarò eplicitamente alla CNN, nel corso di una intervista.
Il mandato di Draghi sarà (verosimilmente) l'opposto: rianimare una economia ormai prossima al collasso, che non potrà non passare che attraverso una ricostruzione della domanda interna. Chi conosce almeno l'abc di macroeconomia, sa benissimo cosa voglia dire.
D'altra parte, escluso le elezioni (che avrei preferito, ma che nessuno realmente vuole, primo tra tutti Renzi), cosa avremmo potuto aspettarci di meglio, rispetto al tentativo di Draghi, con un governo Conte III, tenuto in piedi con i cerotti, dal sostegno di un gruppo di parlamentari transfughi dai partiti con i quali erano stati eletti?
Mai come in questo caso, vale la regola: "Chi vivrà , vedrà ".