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Alcune opinioni sull'attuale crisi politica di Domenico Di Stefano

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Non milito in un partito da 11 anni, ho smesso con la "politica attiva" da quasi cinque, mi sono ulteriormente “allontanato” quando è nato il Governo Conte 2. Da cittadino mi metto ad osservare e ogni tanto a dire la mia. E allora, secondo me: Conte ha tre strade per salvarsi.

La prima si sostanzia nella (indegna) campagna acquisti dei cosiddetti “responsabili” (dal cdx o dall'opposizione in genere) che è direttamente proporzionale alle sedie in grado di offrire. La seconda (più fattibile) è la sottrazione di deputati e senatori a Italia Viva per farli “tornare a casa”. La terza contempla le dimissioni del PdC, un suo eventuale reincarico e una nuova fiducia che potrebbe essere uguale a quella esistente fino a martedì scorso o legittimare senza critiche nuovi ingressi ufficiali. Ma di questa terza ipotesi, a mio avviso la più risolutiva in un senso o nell'altro, il più spaventato è proprio Conte, sia perché non è certo che tocchi ancora a lui e sia perché teme l'imboscata di PD e 5s che potrebbero preferirgli una nuova figura.

Io credo che Conte abbia sbagliato a non provare da subito questa terza strada, anteponendo (ancora) il suo destino personale davanti a tutto e tutti. Mi pare ormai inevitabile, qualora non si riescano a recuperare, almeno al Senato, un 15na di voti sicuri e strutturati (quelli di IV per intenderci), che il Pdc debba dimettersi. E poi? Poi, al netto delle chiacchiere a destra e a sinistra, si apre davvero un'altra partita che può andare dal Governo Istituzionale “di guerra” con dentro molte delle forze in parlamento e che sia garanzia di una gestione collegiale dell'urgenza pandemica sia sotto l'aspetto sanitario che economico, o da un Governo del Presidente che potrebbe somigliare a quello “di guerra” ma con l'impegno specifico di traghettare, a breve, il Paese al voto. In entrambi i casi, o in altri di difficile costituzione (stessa maggioranza attuale, tentativo di maggioranza di cdx...ecc...), Giuseppe Conte avrebbe chiuso la sua vicenda a Palazzo Chigi (non mi strapperei certo le vesti...) e dovrebbe ingegnarsi il triplo ad organizzare (come si dice) il suo partito personale che, però, non avrebbe chiaro se, come e quando si vota, col rischio di sgonfiarsi prima di nascere (vero idillio per PD e 5s che, sondaggi alla mano, verrebbero cannibalizzate da un eventuale “partito Conte”). Elezioni che, ovviamente, chiede a gran voce il cdx, come da sondaggi docet.

Tutti questi copioni, però, hanno un elemento di fondo che potrebbe risultare come costante K in ogni soluzione: mancano ancora due anni e più alla fine della normale legislatura e, usando un concetto prosaico, trattasi di 27 ricche mensilità circa da iscrivere a bilancio di gente che non rimetterà piede in parlamento nemmeno con il pass dei visitatori, e non solo per la sciagurata riduzione dei parlamentari che entrerà in vigore al prossimo voto... inoltre, il 31 luglio comincia il semestre bianco e dunque una data da “scavallare” è ben chiara a tutti... insomma, questa “prosa” potrebbe essere decisiva per ogni governo possibile e immaginabile, a prescindere.

Ciò da cui non si può prescindere è la deprecabile, azzardata e scombinata azione operata da Matteo Renzi che, a mio avviso, ne segnerà la definitiva scomparsa politica e mediatica. Dubito che Renzi possa mai riprendersi da quanto ha spregiudicatamente organizzato e diretto, confidando in un ego smisurato, ormai più tema di psichiatria che di politica. D'altronde, il fatto stesso di non avere potuto votare contro il Governo e di essersi rifugiato nell'astensione la dice lunga sulla debolezza e la velleità dell'iniziativa, debolezza suffragata dal comportamento degli stessi parlamentari di Italia Viva che hanno dichiarato che mai avrebbero votato contro! Intendiamoci: Renzi è partito da argomenti giusti e sacrosanti, con coraggio li ha portati a galla, a differenza della pochezza e delle piccole e grandi viltà di PD e 5s, ma il modo di porli e risolverli è stata una debacle politica dalla quale, ripeto, difficilmente ne verrà fuori, in questo momento l'opinione pubblica lo ha puntato dritto col pollice verso.

Matteo Renzi ha concluso in modo inglorioso, e anche un po' sciocco in verità, il cerchio di aspettative, speranze e sogni di nuovo riformismo che aveva suscitato in tanti, me compreso, che guardavano al csx come nuovo, solido e solidale motore del cambiamento del Paese e della sua storia verso l'uguaglianza e la rigenerazione (molto meglio di me lo ha spiegato Luca Ricolfi sul messaggero di qualche giorno fa). Rimangono in campo alcune questioni vere che speriamo possano trovare altri prosecutori e non bisogna avere paura se questi non saranno “come tu mi vuoi”. Rimane, inoltre, fortemente aperto il tema di un csx ALTRO e ALTO, inclusivo e finalmente attento ad una nuova politica e ad un nuovo umanesimo, rimane decisiva la questione di una nuova classe dirigente e di un nuovo progetto culturale e politico. Rimaniamo noi, attoniti, arrabbiati e speranzosi nella saggezza di Mattarella.

Stiamo uniti.

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