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Debito pubblico: problematiche e soluzioni

L' editoriale di Carlo Cardarella

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Io non sono un economista, ma ho avuto sempre interesse nel seguire gli economisti più attenti alle ricadute che le scelte economiche hanno sui popoli, mi hanno interessato principalmente quelli di matrice keynesiana perché sono più vicini alle indicazioni della Costituzione italiana ed al mio modo di sentire la realtà sociale.

Pur facendo il massimo sforzo di sintesi, pur tralasciando aspetti e tematiche importanti, non sono riuscito ad essere breve quanto avrei voluto.

Assunto:

Il problema principale di ogni Stato democratico è quello di fare fronte alle necessità del popolo secondo le indicazioni della Costituzione.

Per assolvere a tale compito è necessario che lo Stato abbia o trovi una disponibilità economica per finanziare investimenti e servizi (infrastrutture, ferrovie, strade, porti, scuole, ospedali, assistenza, ecc.) e per rinnovare il debito in scadenza che ogni anno in Italia si aggira sui 250 miliardi di euro. (l'Italia negli ultimi trenta anni ha pagato circa 3500 miliardi di interessi).

Il debito pubblico italiano non potrà essere mai estinto, può solo essere gestito. (Nessuno dei cosiddetti paesi occidentali potrà mai estinguere i propri debiti, ma tutti li gestiscono facilmente con le loro banche nazionali. Il debito pubblico del Giappone dopo pandemia raggiungerà il 260% del PIL, ma non costituirà problemi per lo Stato nipponico).

Premessa:

1) Differenza tra le nazioni dell'Europa che fanno parte dell'euro e tutte le altre nazioni del mondo:

Tutte le Nazioni del mondo hanno una propria banca nazionale che, su richiesta del proprio Stato, emette titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) nella quantità richiesta e attraverso un'asta tali titoli vengono venduti ai cittadini e imprese nazionali o internazionali, fondi, banche, ecc. Qualora la banca nazionale non riesca a piazzare tutti i titoli, compra lei stessa la parte rimanente stampando il denaro necessario (oggigiorno basta digitare la somma su un computer). Successivamente la banca gira la somma allo Stato che la spenderà per pagare investimenti e servizi.

Se molti tra gli acquisitori di BOT, CCT, BTP ecc, richiedessero contemporaneamente la restituzione del debito o non volessero rinnovare il prestito alla scadenza, lo Stato non avrebbe problemi a restituire a tutti loro il valore del prestito: basta ordinare alla propria banca nazionale di stampare la somma e restituirla; si innescherebbe certamente un processo inflattivo grande, ma lo stato è sempre in grado di restituire il denaro ai prestatori.

Dunque, LO STATO CHE HA UNA BANCA NAZIONALE CON FACOLTA' DI STAMPARE DENARO NON PUO' MAI FALLIRE.

Tutte le nazioni dell'UE che hanno adottato l'euro hanno una sola banca centrale per tutte le nazioni: la BCE.

La BCE è una istituzione autonoma (almeno secondo trattati) suo compito è creare la moneta euro, tutelare l'euro, spingere il livello di inflazione verso il 2% (livello ritenuto ottimale e necessario) immettendo euro nel circuito economico dell'euro-zona, oppure togliendo euro dal circuito economico dell'euro-zona per abbassare il livello di inflazione qualora superasse il 2%. Inoltre la BCE controlla e dà direttive a tutte le altre banche dell'euro-zona, comprese le banche nazionali, non può dare euro agli stati, può dare euro solo alle banche.

I singoli Stati che hanno adottato l'euro, quando devono realizzare opere e servizi necessari alla nazione o quando devono rinnovare debiti precedenti in scadenza, non avendo una banca nazionale con funzione di acquisitrice di ultima istanza (banca che possa stampare denaro) e non potendo chiederlo alla BCE (che non tratta con gli Stati, ma solo con le banche), devono per forza finanziarsi tramite emissione di titoli sul libero mercato (cittadini della stessa nazione, prestatori internazionali, fondi, banche, ecc).

Quindi se uno Stato non trova compratori dei suoi titoli sul mercato, non può realizzare le opere ritenute necessarie per mancanza di fondi.

In più se molti possessori di titoli di stato richiedessero contemporaneamente la restituzione del prestito, o non volessero rinnovare il credito alla sua scadenza, lo Stato sarebbe costretto a pagare un interesse molto più alto per invogliare altri prestatori a comprare i suoi titoli e, se per caso non ci riuscisse, non avrebbe nessuna possibilità di ripagare il debito.

LO STATO CHE NON HA UNA BANCA NAZIONALE ACQUISITRICE DI ULTIMA ISTANZA PUO' ANDARE IN FALLIMENTO, PIU' O MENO COME AVVIENE PER UNA IMPRESA O PER UNA PERSONA. Una impresa fallita avrà i suoi beni venduti (o meglio svenduti) da un giudice. Uno Stato fallito avrà i suoi beni venduti (o meglio svenduti) dalla troika: Commissione europea, BCE, fondo monetario internazionale.

2) Situazione attuale:

Ora siamo tutti sotto il flagello della pandemia e giustamente e necessariamente la BCE tramite la banca d'Italia sta comprando tutto il debito in scadenza dell'Italia e tutti gli scostamenti di bilancio (attualmente l'Italia sta piazzando titoli con interesse negativo). E l'Europa ha sospeso alcuni trattati capestro, come il limite deficit/PIL del 3% ed ha attivato un PIANO DI RECUPERO per fare ripartire i paesi dell'euro dopo la pandemia (come hanno fatto tutte le nazioni del mondo). I fondi (debiti) del PIANO DI RECUPERO saranno erogati per gradi sotto l'attento controllo dell'Europa, se non si rispetta le direttive da essa emanate, i fondi saranno sospesi.

La pandemia prima o poi finirà. La BCE ha già deciso che smetterà, entro la fine dell'anno in corso, di far comprare dalla banca d'Italia il debito in scadenza dell'Italia. È probabile che prima di quanto si possa pensare, i potenti d'Europa, Germania Francia, decideranno di ripristinare tutti i trattati sospesi.

Così ricominceranno tutti i problemi del passato più quelli derivanti dalla pandemia, sia a livello sociale, sia a livello economico. Si ricomincerà ad andare a Bruxelles in ginocchio e col cappello in mano per chiedere uno scostamento di bilancio dello 0,1% e ci verrà negato perché abbiamo un debito troppo alto: si stima che i costi della pandemia porteranno il debito italiano al 170% del PIL e forse oltre.

Tutto ciò ci dovrebbe far capire facilmente a quali rischi sarà esposta l'Italia fra due tre anni.

Ora questo dovrebbe essere il problema in cima a tutte le preoccupazioni di chi ci governa ma, come si sa, sia per l'incapacità e l'impreparazione di molti, sia perché l'attenzione degli altri si concentra solo sull'unica cosa che loro interessa veramente: accaparrarsi una fetta di potere maggiore o difendere la fetta di potere posseduta e lottare tutti strenuamente all'interno del governo per conseguire gli obbiettivi prefissati, il problema più importante del medio e lungo periodo, viene semplicemente ignorato.

La minoranza parlamentare di turno non è da meno, vorrebbe dare tutto a tutti, eliminare le tasse, fare montagne di investimenti, realizzare più sanità e più servizi, ma, come la maggioranza di turno, non ci dice minimamente come affrontare il problema del debito pubblico.

Né la maggioranza, né la minoranza dicono una sola parola su come disinnescare la bomba ad orologeria del debito pubblico che grava sulla testa dei nostri figli, bomba che facilmente potrà portare l'Italia al fallimento con conseguenze disastrose fino al limite della riduzione a livello di una neo-schiavitù moderna di tutto il popolo. Quindi a me sembra che i politici che non affrontano il problema di tutti i problemi non sono degni di ricoprire cariche pubbliche importanti.

Soluzioni prospettate:

Economisti che sul debito pubblico suggeriscono soluzioni ce ne sono diversi, di più nell'area di destra, meno in quello di sinistra (dico destra e sinistra solo per capirci).

Nell'area della destra si ha una progettazione più articolata, appoggiata apertamente da alcuni parlamentari Bagnai e Becchi ad esempio, il progetto avanza per gradi, alcuni dei quali condivisi anche da economisti che gravitano nell'area di sinistra.

a) Prima di tutto si cercherà di supplire alla mancanza di una banca nazionale che possa stampare denaro con l'introduzione di monete parallele (argomento portato a livello di cronaca e dibattiti dal prof. Giacinto Auriti di Guardiagrele molti anni fa) come: certificati di credito fiscali (ccf) o simili.

Lo stato potrebbe pagare, in parte, beni e servizi con questi ccf, sempre e solo se vengono accettati volontariamente da coloro che li devono ricevere, questi ultimi a loro volta potranno usare i ccf per il pagamento delle tasse con pari valenza con l'euro (es. 20 ccf = 20 euro) e per pagare qualsiasi acquisto, ma solo se il venditore li accetta.

I ccf avrebbero una valenza fiduciaria (tutti sono liberi di accettali oppure di non accettarli), non potrebbero essere cambiati in euro o in qualsiasi altra valuta, non potrebbero circolare fuori dall’Italia, non avrebbero scadenza.

Esempi similari storicamente ne abbiamo avuti in Italia e ne abbiamo ancora; si pensi ai buoni pasto che possono essere usati per pagare prodotti in quasi tutti i supermercati, agli assegnini circolati in Italia negli anni Ottanta del secolo scorso; si pensi alle AM-Lire (di pari valore con le lire italiane) introdotte dagli alleati anglo-americani il 9/7/1943 e che restarono in circolazione fino al 3/6/1950. Si pensi al miracolo economico italiano realizzatosi anche per il grande apporto della cambiale che poteva essere scontata anche in banca: il cliente pagava le porte al falegname con una cambiale, il falegname girava la cambiale al fornitore di legname che a sua volta girava la stessa cambiale alla segheria che a sua volta.... Tutti accettavano come pagamento un pezzo di carta dove c'era scritto che il signor Tal de Tali si impegnava a pagare in denaro vero l'equivalente indicato sulla cambiale il giorno della scadenza.

Anche a livello internazionale abbiamo molti esempi.

L'hanno messo in atto i nordisti americani durante la guerra di secessione: Abramo Lincoln finanziò le spese della guerra con il dollaro fiat (cioè senza copertura in oro) chiamato Greenbacks e stampato dallo Stato. - Lincoln fu ferocemente avversato dai banchieri per il Greenback perché il Greenbacks aveva espropriato loro il potere di creare denaro. Secondo molti ricercatori questo fu il motivo per cui Lincoln venne assassinato, subito dopo la morte di Lincoln il Greenback venne cancellato -.

In Germania il ministro del tesoro di Hitler, imitando l'idea di Lincoln, ideò i MeFo che furono l'architrave finanziario della rinascita della Germania che da una nazione con oltre sette milioni di disoccupati al limite della sopravvivenza del 1933 divenne una grande potenza industriale e militare senza disoccupazione nel 1938.

b- In secondo luogo si dovrà cercare di convincere gli italiani possessori dei circa 1500 miliardi, depositati infruttuosamente sui conti correnti bancari, ad acquistare una parte del debito pubblico al fine di ridurre l'internazionalizzazione del debito stesso.

c- Infine come estrema soluzione, alcuni suggeriscono l'uscita dall'euro e non dall'Europa.

A sinistra le proposte sono più incerte e meno delineate, ma tutte all'interno dell'area euro. Ci sono meno economisti impegnati in questo campo, il più rappresentativo è Stefano Fassina.

Ultimamente c'è stata una ipotesi del presidente del parlamento europeo David Maria Sassuolo (PD), ripreso da Enrico Letta (PD), ipotesi importante principalmente per la caratura dei proponenti.

Questa ipotesi è stata accolta con molta freddezza, tanto è vero che non è riuscita a suscitare un dibattito all'interno del PD, né nel mondo politico italiano, né nel mondo giornalistico italiano e né nel mondo televisivo dei talk show, che mentre ci informano dalla mattina alla sera su argomenti triti e ritriti con dovizia di particolari e di opinioni fino alla nausea, non dicono una parola sul più grande problema di oggi e di domani per la nostra nazione.

L'ipotesi di Sassuolo e Letta prevede che tutto il debito pubblico italiano in mano alla banca d'Italia accumulato nel 2020 e 2021venga rinnovato per sempre. Di fatto questa proposta equivale quasi alla cancellazione di quella parte di debito detenuto dalla banca d'Italia: l'Italia continuerebbe a pagare interessi sul debito, ma la quasi totalità degli interessi tornerebbe allo Stato Italiano l'anno successivo attraverso la stessa banca d'Italia.

L'ipotesi di Sassuoli e di Enrico Letta è stato raccolta da Stefano Fassina (Patria e Costituzione) e Carlo Cottarelli (presidente dell'Osservatorio Conti Pubblici Italiani) e credo che meglio di me possa essere illustrata dai due grandi economisti.

Per leggere Fassina copiare e incollare su un browser di navigazione su internet il seguente indirizzo: http://www.patriaecostituzione.it/.../il-coraggio-della.../

Per ascoltare l'intervista di Carlo Cottarelli: cliccare sul link sotto. Se non parte, copiare il link ed incollare su un browser di navigazione su Internet: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=366565861091894&id=320538261774964&m_entstream_source=video_home&player_suborigin=entry_point&player_format=permalink

 

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