Nozze
«“Tempo perso” si sposò con “Ignoranza”, ebbero un figlio chiamato “Pensai che”; questi, a sua volta, si sposò con “Gioventù” da cui ebbe molti figli: “Non avrei mai pensato”, “Non avrei mai creduto”, “Non me ne sono accorto”, “Chi l’avrebbe mai detto”.
“Chi l’avrebbe mai detto” si sposò con “Indolenza” ed ebbero per figli “Va bene”, “Domani vedremo”, “C’è tempo”, “L’occasione non mancherà”.
“C’è tempo” si sposò con “Non ci avevo pensato” ed ebbero per figli “Me ne son dimenticato”, “Sono fatti miei”, “Nessuno me la farà”, “Finiamola”, “Me la vedrò io”.
“Son fatti miei” si sposò con “Vanità” ed ebbero per figli “Quantunque non vogliate”, “Faccio quel che mi pare”, “Spocchia”.
“Spocchia” sposò “Non c’è da preoccuparsi” e da essi nacquero “Godiamocela” e “Disdetta”, che prese per marito “Poco cervello”, ed ebbe come figli “Va bene”, “Che gliene importa”, “Parrebbe a me”, “Non è possibile”, “Non me lo dire”, “Gliel’ho giurata”, “Si vedrà”, “Lo vedrete”, “Tante grazie per il consiglio”, “Anche questa è fatta”, “Possa morire sul colpo”, “Dica quel che vuole”, “Tanto vale rischiare”, “A me che me ne viene”, “Nessuno è mai morto di fame”, “A pagare e morire c’è sempre tempo”.
Spocchia rimase vedovo e si sposò in seconde nozze con “Stupidità” e dilapidò tutto il suo patrimonio; disse l’uno all’altro: “Abbiate pazienza che prenderemo a prestito denaro sufficiente per spassarcela tutto l’anno, e il prossimo: Dio provvederà”. E, consigliati da “Non mancherà”, così fecero e non avendo, alla scadenza, di che ripagare quanto avevano preso a prestito, “Inganno” li mise in carcere. Furono visitati da “Dio vi farà la grazia”. “Povertà” li menò all’ospizio dove finirono i loro giorni “Spocchia” e “Non ci avevo pensato”. Li seppellirono con la loro bisavola “Stupidità”: lasciarono molti figli e nipoti che vagano sparsi e dispersi per il mondo» (Baltasar Gracián, Oracolo manuale ovvero l’arte della prudenza, ora pubblicato da Adelphi) [Rep].
Cristadoro
E’ Riccardo Cristadoro, l’economista di Bankitalia che sta scrivendo progetti a cui destinare la pioggia di miliardi europei su mandato del governo
«Questa è la lista delle persone a cui abbiamo telefonato: un ex ministro dell’Economia, un importante capo di gabinetto, un sottosegretario in carica, un funzionario della presidenza del Consiglio, un capo ufficio stampa di un ministero con portafogli, un parlamentare tra i più longevi del parlamento e un deputato alla prima legislatura. Alla nostra domanda hanno tutti risposto: “E chi è?”. Il mister X, il consigliere economico di Giuseppe Conte (il più ascoltato), il delegato a cui sarebbe stato affidato il compito di “confezionare” il Recovery Plan è un noto ignoto. Il suo nome è Riccardo Cristadoro. Ha lavorato all’ufficio studi di Bankitalia dove è entrato grazie a una borsa di studio nel 1996. A esaminarlo è stato l’attuale governatore Ignazio Visco. Il suo cv è lungo sette righe. Si è laureato a Pavia. Il suo maestro è stato Carlo Giannini. Si è specializzato in econometria. È esperto di mercati emergenti, di nuove valute, di sicurezza cibernetica. Insieme a Lucrezia Reichlin ha contribuito a disegnare l’indicatore Eurocoin. Non c’è scritto dove è nato e neppure quando. Dalle nostre informazioni ha 55 anni ed è lombardo. Non ha figli. Non è sposato. Non ha un padre illustre. Al Mef alcuni lo conoscono, ma assicurano solo “di vista”. A Palazzo Chigi lo frequentano ma solo in pochissimi» [Caruso, Foglio].
Blasfemie
Attraverso il fondo d’investimento Ccla, la regina Elisabetta e l’arcivescovo di Canterbury possiedono - in tutto o in parte - le canzoni di Justin Timberlake, Rihanna, Beyoncé, qualche Bruce Springteen, Don’t Stop believin’ dei Journey, Sweet Dreams degli Eurythmics, il 50% di All I want for Christmas isyou di Maria Carey, Livin’ on prayer di Bon Jovi, ma anche SexyBack, dove Timberlake, probabilmente senza pensare all’arcivescovo, intona «Porcellina, le vedi queste manette?» e In Da Club’, del rapper 50 Cent, che salmodia: «Guarda bambina sexy / ho dell’ecstasy se ti piace la droga / io faccio sesso non l’amore» ecc. [Mess].
Microdoni
«I miei 2100 dipendenti non hanno visto ridotto il loro salario di un euro e nessuno è stato o sarà licenziato. Nei primi due mesi della pandemia il governo ci ha aiutato con la cassa integrazione e noi abbiamo compensato la differenza. Da maggio scorso facciamo da soli. Abbiamo deciso anche di non chiedere sconti ai fornitori. I contratti in essere sono stati rispettati e saldati. E poi abbiamo deciso di donare l’invenduto. Diamo alle associazioni che ce li chiedono i capi di alta qualità che sono in magazzino e non potranno più andare sul mercato. Sono micro doni che però facciamo con piacere. A me gratifica tanto[Brunello Cucinelli ,Fatto].
Carrarmati
«I miei amici russi dicevano che se avessi avuto bisogno di un carrarmato, bastava andare alla Piazza del Fieno di San Pietroburgo e chiedere al primo che incontravo che, lui magari non aveva, in quel momento, la disponibilità di carrarmati dell’ultima generazione, ma avrebbe chiesto a un altro, che avrebbe chiesto a un altro, che avrebbe chiesto a un altro e, dopo poco tempo, avrei avuto il mio carrarmato» [Paolo Nori La grande Russia portatile Salani].
L’anno zero del turismo italiano
Sono in profondo rosso i dati diffusi dall’Istat sul Movimento turistico in Italia nei primi nove mesi del 2020. Sono calate del 68,6% le presenze di stranieri (erano 190 milioni nel 2019). Danneggiate soprattutto le grandi città d’arte, che registrano un crollo del 73,2% delle presenze. Diminuiscono drasticamente i viaggi degli italiani per motivi di lavoro (-59%) e, in misura minore ma comunque ampia, quelli per vacanze (-23%). Tragica la situazione del comparto alberghiero: le presenze registrate da gennaio a settembre sono meno della metà (il 46%) di quelle rilevate nel 2019. «Eppure a gennaio, prima che il mondo precipitasse nell’incubo pandemico, arrivi e presenze in Italia registravano un ben promettente segno più sul 2019 (+5,5% gli arrivi e +3,3% le presenze negli esercizi ricettivi). Ma già da febbraio scivoliamo in territorio negativo (-12% e -5,8%). Poi il buio e il tracollo» [Rep].
Nakurnjak
n Croazia torna in auge l’antenato della mutanda maschile: il nakurnjak, uno scaldapene rilanciato dalla Lika e dalle magliaie del villaggio di LickoPetrovo Selo riunite nell’associazione Tara, tutte associazioni che preservano l’artigianato locale. Il rivestimento inguinale è il pezzo forte della loro produzione e lo propongono in confezione regalo, corredato con un foglio che racconta la storia di questo indumento curioso accompagnato da un paio di noci, simbolo di buona salute. Vogliono portare il loro prodotto fuori dai confini croati sfruttando la notorietà che la speciale mutanda ha guadagnato grazie ai turisti, che lo acquistano come regalo di Natale. Sonja Leka, alla guida dell’associazione di magliaie: «Una volta gli abiti popolari degli uomini avevano pantaloni larghi, senza alcuna protezione e quando dovevano andare a cavallo o camminare attraverso le foreste per fare legna, il freddo si faceva sentire: ecco da dove viene la necessità del nakurnjack, che significa “scaldapene”». Gli uomini di questa regione della Croazia li hanno indossati fino agli anni Cinquanta, poi l’arrivo della biancheria intima in cotone ha soppiantato le mutande inguinali. Le donne dell’associazione Tara lavorano a maglia, all’uncinetto e realizzano borse, asciugamani e diversi oggetti artigianali che diventano souvenir [Mercuriali, ItaliaOggi].
Far figlidi Luca Mercalli
Il Fatto quotidiano
L’Istat ha comunicato che la popolazione italiana ammonta a 59,6 milioni di abitanti e come sempre ne ha messo in evidenza l’invecchiamento: età media 45,2 anni, con il 23% oltre i 65 anni e solo il 13% di giovanissimi sotto i 15 anni. In generale questo dato viene visto come un grave problema: come faremo a pagare le pensioni? Perderemo l’identità nazionale a vantaggio degli immigrati di culture diverse! Ci troveremo una società anziana più statica e meno creativa. Aumenteranno le spese di assistenza sanitaria. Quindi tutti in coro: bisogna aumentare la natalità, famiglie italiane tornate a fare più figli!
Certamente sul piano sociale questa soluzione appare condivisibile: una società giovane è più dinamica, vivace, intraprendente, allegra e produttiva di una composta da vecchi. Ma questa è la classica soluzione semplice a un problema complesso. E infatti di solito è sbagliata…….! Pronunciarsi contro la natalità diviene un’eresia e non se ne può nemmeno parlare. Diamo un’occhiata anche fuori dai nostri confini per capire in che situazione siamo: attualmente la popolazione mondiale è di circa 7,8 miliardi, cresce al tasso di 220.000 persone al giorno, circa 80 milioni in più all’anno, come una nuova Turchia che si aggiunge al mappamondo. Secondo i World populationprospects (Wpp) delle Nazioni unite nel 2050 saremo 9,7 miliardi e nel 2100 arriveremo a 10,9 miliardi. Già ora il complesso dell’impronta ecologica globale è pari a 1,7 terre, cioè siamo fuori del 70 per cento dal pareggio di bilancio ecologico. Quindi se è vero che la distribuzione delle risorse è altamente ingiusta con pochi super-ricchi e miliardi di super-poveri, è anche vero che dal punto di vista fisico ciò non ha alcuna importanza, visto che ciò che conta sono i prelievi di materie prime e la restituzione di rifiuti complessivi. Bisogna rientrare prima possibile nei limiti fisici del pianeta, che non decidiamo noi, ma sono stabiliti a priori dalle leggi di natura. Se non lo facciamo semplicemente porteremo al collasso la nostra società e la biosfera, come ormai confermato da una moltitudine di studi autorevoli, cito per tutti l’Alliance of world scientists che pubblica i vari “Scientists’ warnings”, gli allarmi degli scienziati sui processi terrestri fondamentali dai quali dipende la nostra esistenza. Anche a livello globale sarebbe saggio essere di meno e stare tutti bene invece che troppi e stare quasi tutti male, con pochissimi che stanno troppo bene. Si dice che la tecnologia ci salverà, aumentando la produzione di cibo, evitando l’inquinamento e basandoci sulle energie rinnovabili: una bella fiaba non sostenuta dai numeri. Vero che questo è lo scenario che dobbiamo raggiungere e pure in fretta, ma è già così difficile realizzarlo ora che pensare di renderlo più efficace aggiungendo altri miliardi di persone è folle. …..Purtroppo ogni approccio alla questione popolazione-risorse-rifiuti viene spazzato via da atteggiamenti ideologici, impedendo una serena valutazione delle condizioni fisiche che comandano più delle nostre aspettative culturali. Nei cinque minuti che avete impiegato a leggere questo articolo altre 764 persone si sono aggiunte al pianeta. La bomba demografica fa tic-tac.