Le nevicate del mese di febbraio 2012 saranno sicuramente ricordate tra le più intense mai avvenute in Italia. In alcune località collinari e montuose di Marche, Abruzzo e Molise il manto nevoso ha raggiunto altezze da record.
Nell’Alto Vastese, particolarmente colpito dalle precipitazioni nevose, la neve ha superato i 2 metri, obbligando alcuni residenti ad uscire dalle finestre del primo piano! Torrebruna, Carunchio, Fraine, Schiavi d’Abruzzo, Castiglione Messer Marino e altre località del Medio e Alto Vastese la neve ha letteralmente sepolto ogni cosa. In alcuni punti, dove il vento crea cumuli di neve, si raggiungono anche i 4-5 metri. Persino Capracotta e i paesi vicini, ben attrezzati in caso di forti nevicate, hanno patito gravissimi disagi a causa di slavine, mezzi meccanici fuori uso, mancanza di medicine e generi alimentari.
L’abbondanza delle precipitazioni e le temperature polari fanno paragonare questa ondata di maltempo alle grandi nevicate del secolo scorso. In particolare a quelle del 1956 e del 1985.
Ma cosa accadde in quegli anni?
Nel mese di febbraio del 1956 un’ondata di freddo siberiano investì gran parte dell’Europa e della penisola italiana, coprendola di neve e gelo con un’intensità tale da essere definita la “nevicata del secolo”.
Anche allora masse d’aria glaciale provenienti dalle latitudini settentrionali attraversarono la penisola spostandosi verso il Mediterraneo occidentale e l’Atlantico.
Le cronache dell’epoca raccontano di numerosi morti, incidenti, disservizi che si protrassero dai primi di febbraio sino al 20. In tutta Italia, si registrarono temperature bassissime che toccarono punte di -38° in alcune località alpine. Anche in Abruzzo il termometro scese di molti gradi al di sotto dello zero. A Pescara si toccarono i -12,6°. Su Roma caddero oltre 30 cm di neve. Gravissime furono le ripercussioni sulle coltivazioni nel Centro Italia. In molte zone, compreso il Medio e Alto Vastese, gelarono quasi tutti gli ulivi secolari e le piante da frutto. Si racconta che in tutti i paesi del vastese caddero tra 1,5 e oltre 2 metri di neve con accumuli di enormi proporzioni e tunnel scavati nella neve per uscire dalle case.
In precedenza, nel 1929, l’anno del crollo delle borse di New York (solo una coincidenza???) e sempre nel mese di febbraio (in particolare tra l’11 e il 15), si verificò un’ altra pesantissima ondata di gelo polare che investì tutto il nostro Paese, con precipitazioni nevose e freddo di grande intensità.
Tra l’11 e il 12 del 1986, ancora nel mese di febbraio, una fortissima nevicata investì il Centro Italia, in particolare Lazio, Abruzzo, Marche e Molise. A Roma caddero oltre 30 cm di neve, la nevicata più abbondante registrata in questa città in epoca recente.
Anche il mese di gennaio del 1985 è stato tra i più freddi in Italia e in molte aree dell’Europa, con temperature ovunque abbondantemente al di sotto delle medie stagionali fino al giorno 17. In particolare il 6 gennaio 1985 si verificarono intense nevicate lungo il litorale tirrenico laziale, compresa Roma, nelle Marche, in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Basilicata.
Possiamo affermare, mettendo a confronto i fenomeni metereologici del ’29, del ’56, dell’85 e del 2012 che quest’ultimo episodio, eccezionale per intensità e durata, è paragonabile e forse superiore alla nevicata del 1956.