Dopo 60 anni, alle porte di Gissi, torna ad emanare la sua luce e la sua protezione il simulacro della Madonna delle Grazie.
Merito della volontà e dell’impegno della sezione locale del Gruppo Alpini, che ha promosso l’idea e realizzato, per ospitarlo, una pregiata cappelletta in omaggio alla memoria, ma soprattutto un gesto di restituzione alla cittadinanza di un pezzo di identità collettiva. "Era il 1960 infatti quando, a causa di smottamenti idrogeologici e dell’abbandono dei residenti, l’intero quartiere de “Lu quart da pit” fu tristemente demolito, compresa la tanto amata chiesetta intitolata, come affettuosamente si era soliti chiamarla, alla “Madonn abball”, per la sua collocazione nella parte bassa del borgo antico. Un ricordo nostalgico cui abbiamo cercato di donare nella sua elegante semplicità una nuova e, ci auguriamo, dignitosa forma", racconta il capogruppo Romano Zocaro.
A portare la propria benedizione alla maestà, durante una cerimonia essenziale e ristretta in osservanza delle vigenti norme di sicurezza, è stato Don Michele Fiore: "In questa giornata si realizza un desiderio che portavo nel cuore, di tale importanza che l’auspicio è poterne festeggiare la portata, in tempi più clementi, con l’intera cittadinanza. Se lo merita il Gruppo Alpini di Gissi e se lo merita tutta la comunità che con emozione potrà rivivere lo spirito di un luogo, per troppi anni abitato solo nella memoria. Alla Madonna delle Grazie rivolgiamo una preghiera perché possa risollevare le sorti dell’umanità, in questi tempi a maggior ragione, e umilmente chiediamo anche, vista la collocazione di questa edicola sacra a ridosso di una strada, di vegliare sulla nostra sicurezza".
Una bella giornata per tutta la collettività, sottolinea il Sindaco Agostino Chieffo, portando i saluti del Comune, la cui collaborazione è stata essenziale in termini di concessione del sito e di supporto burocratico-amministrativo. "Abbiamo accolto e sostenuto sin da subito un’iniziativa decisamente speciale. Con questa cappellina, costruita nel luogo dove un tempo sorgeva la chiesa, rinnoviamo la nostra fiducia nella protezione della Madonna delle Grazie, essenziale oggi come allora. Tutto il mio ringraziamento va quindi alle Penne Nere di Gissi, per l’idea, la realizzazione e l’opportunità che ci hanno donato. Oltre al grande senso del dovere e delle istituzioni, degli Alpini di Gissi, sin dall’atto della loro fondazione, apprezzo infatti l’indiscutibile concretezza di cui beneficia tutta la nostra comunità. Quello di oggi è quindi, un ulteriore esempio di come la sinergia tra pubblico e privato porti da sempre ottimi risultati".
E, a proposito di concretezza, durante la cerimonia il primo applauso è stato chiesto perGiuseppe Del Gesso, cofondatore e porta gagliardetto del Gruppo Alpini di Gissi. Con mezzo secolo di esperienza come muratore e il prezioso aiuto del segretario delle Penne Nere localiSergio Di Paolo, è stato infatti grazie al suo fondamentale impegno che l’idea ha preso forma,seguendo il progetto in tutte le sue fasi e creando materialmente l’opera. "L’edicola votiva è realizzata interamente in pietre di gesso, il minerale naturale simbolo del nostro paese. In questa scelta è così sintetizzata non solo la memoria, ma la narrazione di una cultura che ha fondato per secoli una parte essenziale della propria economia e identità sull’attività dei “gessaroli” e sulle cave di gesso. Scolpire queste pietre e comporle ha quindi significato continuare a scrivere un pezzo della nostra storia, con la volontà di riafferrare quella trama che un tempo legava armoniosamente spiritualità, tradizione e rispetto per le risorse della natura", spiega Del Gesso.
Che l’idea della cappella, caldeggiata tra i primi dall’alpino ed ex docente di Agraria Domenico Marisi, dovesse divenire di lì a poco il simbolo di un grande senso di appartenenza comunitaria, lo dimostra la tempestiva gara di solidarietà messa in campo da tanti cittadini per arrivare all’ultimazione dell’opera.
La statua della 'Madonn Abball' l’ha donata Antonio D’Ugo "perché la mia famiglia abitava di fronte alla chiesetta abbattuta e non potevamo non contribuire a questa nobile iniziativa del Gruppo". La croce e gli altri pregiati particolari in ferro battuto sono stati realizzati artigianalmente dalla penna nera Mario Di Petto. "E ancora un grazie, per la generosità, va aFrancesco Chieffo per il progetto, a Mario e Luca Basilico per i dettagli marmorei e lo stemma del Gruppo Alpini, e poi all’Edilizia Del Gesso per la movimentazione e la posa dell’edicola in sito, e non ultimo all’associazione “Lu quart da pit” che si è presa l’incarico di manutenere l’area", conclude con emozione il capogruppo Zocaro.