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I Grandi elettori hanno confermato Biden...e non solo

nel sabato del villaggio ...globale, la rubrica di Nicola Dario

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Bambini
Il sistema dei poliziotti inglesi di impossessarsi del nome di un bambino morto, modificargli l’anagrafe, costruirgli una vita fittizia e appiccicare nome e vita a qualche agente d infiltrare. Faith Mason, a cui cinquant’anni fa morì il figlio Neil in età di sei anni, e Barbara Shaw, che perse il suo Rod nel 1973 quando aveva cinque giorni, se ne sono accorte e hanno denunciato Scotland Yard. «Con Faith e Barbara ci sono altri “derubati”. I parenti di un bambino di cinque anni morto in vacanza in Jugoslavia. Honor e Frank, fratelli del diciottenne Michael Hartley, annegato nel 1968 alla prima missione su un peschereccio: finì in mare, corpo mai trovato, mamma suicida. Una tragedia ideale per i servizi segreti, che tra il 1982 e il 1985 si infiltrarono con il suo nome in due gruppi: il Socialist Workers Party e il Revolutionary Communist Group. I ladri di morti si incistano come cuculi nel nido dei piccoli scomparsi. E tanto meglio se una madre muore di crepacuore: meno testimoni» [CdS].
 

«Tre ex agenti (che si sentivano un po’ in colpa, ma “era per una causa giusta”) spiegarono al Guardian il modo in cui venivano scelte le “ex persone” da resuscitare (per quattro anni). “Dopo aver trascorso ore” spulciando i registri dei defunti in cerca di quello giusto, il più anonimo, possibilmente il più piccolo, le spie andavano sulla tomba degli alias, visitavano i paesi dove avrebbero dovuto crescere, annotavano i dettagli della casa natale, le linee di autobus che avrebbero preso se fossero andati a scuola. Gli sciacalli della SDS (Special Demonstration Squad) si appropriavano del corposo futuro dei morti, oltre che dell’esile passato. Facevano la patente e guidavano al loro posto. Riempivano vite dolorosamente incompiute, ed è questa forse la cosa più atroce».

A Tokyo il killer di Twitter condannato a morte

Il tribunale di Tokyo ha condannato a morte Takahiro Shiraishi, l’uomo di trent’anni soprannominato dai giornali giapponesi “il killer di Twitter”. Ha ucciso e fatto a pezzi nove persone, otto delle quali conosciute e adescate sui social network. Tra l’agosto e l’ottobre del 2017 Shiraishi aveva contattato uomini e donne che avevano espresso pensieri suicidi su internet e li aveva attirati nel suo appartamento a Zama - una cinquantina di chilometri a sud di Tokyo - con il pretesto di aiutarli a morire. Shiraishi era stato arrestato dalla polizia il 31 ottobre del 2017, dopo che nel piccolo appartamento dove viveva da pochi mesi erano state trovate due teste umane e pezzi di cadaveri in stato di decomposizione, conservati in vari frigo portatili o dentro delle scatole. Nel loft di 13,5 metri quadrati vennero trovate in totale 240 ossa appartenenti a otto donne e un uomo, tra i 15 e i 26 anni, che Shiraishi aveva drogato, violentato, strangolato e fatto a pezzi. Durante il processo, iniziato il 30 settembre, Shiraishi si è sempre dichiarato colpevole: aveva confessato gli omicidi e spiegato agli investigatori di aver ucciso le nove persone «per motivi di denaro» e «per soddisfare i suoi desideri sessuali, senza alcun consenso», aggiungendo che nessuna di loro voleva davvero morire.

Il Giappone è l’unico paese del G7, insieme agli Stati Uniti, dove si applica ancora la pena di morte, che solitamente viene eseguita attraverso impiccagione. Ma è anche uno dei paesi con il maggior tasso di suicidi tra quelli più industrializzati, e come ha spiegato Jiro Ito, responsabile della ong Ova per la prevenzione dei suicidi, il caso di Shiraishi ha anche messo in evidenza che c’è un gran numero di persone vulnerabili che parlano della propria situazione su Twitter e non ricevono aiuto [il Post].

Enel, sì alla cessione di Open Fiber

«Il consiglio di amministrazione dell’Enel dà mandato all’ad Francesco Starace di andare avanti con la vendita al fondo australiano Macquarie della propria partecipazione in Open Fiber. L’operazione, piuttosto articolata, dovrebbe chiudersi entro il giugno del 2021 e prevede per Enel la possibilità di incassare fino a 2,65 miliardi, e la prospettiva di un ulteriore conguaglio in denaro nel caso in cui la società incassi un maxi risarcimento da Telecom Italia, oppure un importante ritorno sull’investimento grazie alla creazione della rete unica (fino a 500 milioni di euro). Morale: Enel porta a casa una plusvalenza di oltre tre volte i prezzi di carico di Open Fiber, che al netto della sua quota di prestito soci (270 milioni) viene valutata ben circa 6,7 miliardi. Open Fiber ha circa 2 miliardi di debito, anche se gli attuali soci Enel e Cdp (50% ciascuno) sono disposti ad apportare 450 milioni di nuovi capitali, che ancora non sono stati versati nelle casse del gruppo. Fonti finanziarie riferiscono che verosimilmente l’apporto di capitale dovrebbe realizzarsi prima della firma dell’operazione, agevolando così anche il via libera delle banche creditrici al passaggio delle quote tra Macquarie ed Enel» [Rep].

I Grandi elettori hanno confermato Biden

Ieri sera i 538 grandi elettori hanno ratificato l’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Il candidato dem ha vinto con 306 voti a favore contro i 232 per Donald Trump. Vittoria confermata anche nei sei Stati contestati da Trump. Il quorum necessario per entrare alla casa bianca è fissato a 270. Hanno tutti votato in presenza tranne Nevada, Colorado e Utah che hanno convocato sessioni virtuali.

I Grandi elettori sono 538, numero pari alla somma di deputati e senatori (più una rappresentanza del Distretto della capitale Washington Dc). «Chi sono? Nell’intento dei padri fondatori del Paese rappresentavano un filtro della volontà popolare, un compromesso tra chi voleva un’elezione diretta del presidente e chi preferiva affidarla al Congresso […]. Sono un mix di volti di politici noti e funzionari sconosciuti, di donatori e militanti, che compongono una delegazione scelta dal partito vincente in ciascun stato. In 33 stati sono anche per legge tenuti a esprimersi a favore del candidato che ha ottenuto più voti alle urne. Negli altri 17 potrebbero decidere altrimenti, diventare “faithless electors”, senza fede. Ma essendo selezionati dai ranghi del partito, defezioni sono rare. Nel 2016 solo sette “tradirono”» [Sole].

Tra i Grandi elettori anche Hillary Clinton che ha colto l’occasione per criticare il Collegio elettorale: «Credo che dovremmo abolirlo scegliere il nostro presidente con il voto popolare, come per ogni altro incarico».

Eretici
«Ora è stato pubblicato per le edizioni della Normale un breve e succoso carteggio fra Cantimori e Arnaldo Momigliano, grande studioso del mondo antico e di moltissimo altro, compreso il fascismo che lo costrinse all’esilio. Nel volume, curato esemplarmente da Pasquale Terracciano, ho trovato questo scambio del 1955. Momigliano a Cantimori: “Ti sono grato per la lettera [...] Io ho tante volte temuto di perderti perché ogni dommatismo - e il marxismo in specie - è perdizione, ma qui c’è la prova che tu rimani, coraggiosamente, ‘eretico’”. Cantimori a Momigliano: “Sono contento d’essere d’accordo con te. Però, gli eretici, quelli veri, non hanno mai riconosciuto o accettato di essere eretici: hanno sempre ritenuto d’essere nel vero, e che gli eretici fossero gli altri (anche non riconoscendosi il diritto o dovere di perseguitarli)”. Proprio così. I comunisti dissidenti (e perseguitati) che i posteri lodano come eretici credettero che il loro fosse il “vero” comunismo, come gli eretici cristiani col “vero” cristianesimo, eccetera. Complicazioni dell’eresia lessicali, teologiche, filosofiche, ed eventualmente materiali, com’è materiale un rogo o una Kolyma [Foglio]
 

«Il fiume Kolyma attraversa una delle regioni più fredde e inospitali della Siberia. Nella Kolyma, secondo le cifre riportate dallo storico Robert Conquest, specialista occidentale dell’età del Terrore, dagli anni trenta ai primi cinquanta morirono circa tre milioni di deportati. Alle durissime condizioni di vita dei deportati si riferisce l’espressione entrata nel parlare corrente: “Nel Kolyma era peggio”» [wikipedia].

 

 

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