La celebrazione del Mercoledì delle Ceneri ha aperto la Quaresima, un tempo di quaranta giorni che ci prepara alla Pasqua. L'abbiamo iniziata partendo dalla nostra debolezza. La vita di ognuno di noi è davvero come polvere. È polvere il nostro orgoglio, il desiderio di prevalere, di sentirci tranquilli, la nostra sicurezza, il nostro protagonismo, il nostro affannarci nelle cose. Tuttavia questa polvere è stata scelta da Dio e da lui amata, sino a darle la vita. E il Signore porta l'uomo nel giardino che aveva piantato e, a causa del peccato, perse così quel giardino e abitò in un deserto.
In questa prima domenica di Quaresima, la liturgia della Parola ci introduce subito al senso profondo del cammino quaresimale. La professione di fede del pio ebreo (prima lettura) insieme alla prova delle tentazioni di Gesù nel deserto (Vangelo), ci dicono con chiarezza che la fede “non è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, Gesù Cristo, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Papa Benedetto XVI, Deus caritas est).
Gesù è Figlio di Dio, ma è anche uomo. E se la sua totale adesione al progetto del Padre è fuori di dubbio, tuttavia questo non lo esenta dalla fatica di dover compiere scelte chiare, decisive, di fronte ai differenti modi possibili di affrontare la vita. Anzi, il diavolo gli presenta delle “dannate” scorciatoie che, solo apparentemente, sembrano garantire la riuscita nella vita. In fondo, sono le stesse che il mondo continua a proporci anche oggi, garantendoci successi a tutti i livelli.
La prima scorciatoia: “Se tu sei il Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane! Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». “Vivere di solo pane”, ridurre cioè le nostre aspirazioni all’ambito materiale. È la scorciatoia delle cose e delle ricchezze, capaci di aprire tutte le strade! Con i soldi si ottiene tutto; se prospettiamo una vita facile agli altri, ci seguono! Se cambiamo le pietre in pane, tutti ci verranno dietro!
La seconda “scorciatoia”: “Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
«Tutto è tuo, se mi adori». È la scorciatoia dell’idolatria e del potere, per il quale si può perdere ogni dignità personale e perfino “prostituirsi”, pur di raggiungere l’obiettivo della propria autoaffermazione.
La terza “scorciatoia”: “Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». «Metti alla prova Dio, per vedere se ti ama davvero». Forse è la tentazione più sottile: ridurre Dio ai propri schemi; sottomettersi a sé, pensando addirittura di determinare o condizionarne gli interventi. Sono queste le “scorciatoie” che ci vengono messe dinanzi continuamente, con l’illusione di poter così ottenere la piena felicità.
Ma, in realtà, esse sono del tutto estranee al modo di agire di Dio; anzi, di fatto ci separano da Lui, perché sono opera del Maligno.
Un altro particolare di questo brano merita di essere sottolineato. Luca colloca le tre tentazioni in luoghi diversi tra loro: nel deserto, in un luogo alto, a Gerusalemme. Quasi a voler suggerire che non esistono “luoghi” sicuri e al riparo dalle tentazioni.
In ogni istante della nostra vita, dunque, la tentazione di utilizzare soluzioni e risposte che portano lontano da Dio, separandoci da Lui, è sempre in agguato, è dietro l’angolo e persino dentro le nostre case.
Ma Gesù, affrontando lui stesso questa prova e ci mostra anche la strada, basata sulla cura della vita interiore, sulla fede in Dio, sulla certezza del suo amore, per superarla. Approfittiamo, dunque, di questo tempo di Quaresima, come di un tempo privilegiato per purificare e far crescere il nostro vivere in comunione con il Signore.