La liturgia di questa domenica continua a sviluppare il mistero della manifestazione del Signore che abbiamo celebrato nel giorno dell'Epifania. L'antica liturgia cantava: "Oggi la Chiesa si unisce al celeste Sposo: i suoi peccati sono lavati da Cristo nel Giordano; i Magi accorrono alle regali nozze portando doni; l'acqua è mutata in vino a Cana e gli invitati al banchetto sono nella gioia. Alleluia". In realtà, si può dire che ogni domenica celebriamo il mistero della epifania del Signore. Egli si manifesta a noi nella santa liturgia. Ogni domenica siamo presi dalle nostre case e dai nostri ritmi quotidiani per essere ammessi alla presenza di Dio, per ascoltare la Sua Parola, per rivolgere a Lui la nostra preghiera, per gustare la dolcezza della Sua mensa.
L'evangelista Giovanni pone l'episodio delle nozze di Cana al termine di una settimana di Gesù. Nei primi 3 giorni Gesù era stato con Giovanni Battista al Giordano, nel 4° giorno aveva chiamato i primi discepoli ed era stato con loro, nel 7° giorno conclude recandosi a Cana per partecipare alla festa di nozze di due suoi amici. Il racconto inizia con una annotazione temporale: "(Tre giorni dopo) vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea".
Il segno di Cana, perciò, va ben oltre il semplice episodio di quel matrimonio.
Cana è la festa del cambiamento, è il giorno della rinascita, della gioia di stare con il Signore. Solo così può nascere e crescere la fede in Lui: dandogli del tempo! Perché la fede in Cristo nasca e maturi è necessaria una convivenza con Lui!
È una legge naturale: non si può credere senza conoscere e per conoscere una persona occorre starci e avere tempo, disponibilità, apertura del cuore.
Cana è la domenica; è il giorno della nostra festa, il giorno nel quale veniamo raccolti e - come scrive il profeta Isaia - siamo "una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia". Dovremmo riscoprire così la grazia della domenica, il giorno in cui il Signore ci tiene in mano come lo sposo tiene la sposa nel giorno del matrimonio.
Questo brano del Vangelo è tra quelli che forse conosciamo meglio. Tutti ricordiamo la madre di Gesù che si accorge che sta finendo il vino. Non è preoccupata per sé o per il suo apparire. I suoi occhi e il suo cuore guardano e si preoccupano che tutti siano felici, che quella festa non sia turbata. Si avvicina quindi al Figlio e gli dice: "Non hanno vino". Il senso vero delle parole di Maria, perciò, possiamo tradurlo così: "Noi non abbiamo più vino". Dovremmo dirlo ogni giorno per noi e per i tanti che hanno bisogno di aiuto, di misericordia, di perdono, di amicizia, di solidarietà. Quando tutti costoro potranno vedere il miracolo di Cana?
Quando il Signore potrà compiere per loro il "segno" che salvò la festa in quel giorno a Cana? C'è bisogno dei "segni" del Signore, della sua presenza. E a Cana Maria indica la via ai servi: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela".È la via semplice dell'ascolto del Vangelo; una via che tutti possiamo percorrere.
Quel che conta è obbedire al Vangelo: di qui iniziano i segni del Signore, i suoi miracoli in mezzo a noi.
I servi, vanno dal Signore e si sentono dare un singolare comando: "Riempite d'acqua le anfore". È un comando semplice; tanto semplice da indurre a non farlo: cosa c'entra tutto ciò con la mancanza di vino? Ma obbediscono. E dopo aver riempito le 6 anfore si sentono dire: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Un comando che appare ancora strano. E tuttavia ancora una volta obbediscono. La festa è salva. Anzi finisce in crescendo, come riconosce lo stesso maestro di tavola: "tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora".
Carissimi, abbiamo somigliato le nostre domeniche a Cana, e potremmo paragonare le 6 anfore di pietra ai 6 giorni della nostra settimana. Riempiamoli come fecero i servi con la forza del Vangelo e vedremo che anche i nostri giorni saranno più dolci e più felici. Cana può essere davvero la festa della domenica che, attraverso il dono del Vangelo, ci permette di conservare il vino buono del Signore per l'ultima settimana.