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“Mi sento smarrito…so dove andare: Giovanni indica Gesù presente nel mondo”

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La liturgia di oggi ci presenta un messaggio pieno di speranza. È l’invito del Signore espresso per bocca del profeta Baruc a sostare un momento nel mistero di questo Dio che si fa uomo per noi.

«Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre…Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti, dal tramonto del sole fino al suo sorgere, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio. Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale».

Vediamo come Dio fa ritornare il suo popolo disperso e esiliato dai nemici nella sua terra, nella sua città. È un grido di gioia, poiché il Signore stesso è accanto al suo popolo, ad ognuno di noi, ci indica la strada, pur nell’oscurità del nostro cuore. 

«Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!...Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!» (Lc 3,4.6).

C’è una cosa che impressiona moltissimo, se leggiamo attentamente quei passi del Vangelo che parlano di Giovanni il Battista: questo uomo, che già nel grembo di sua madre Elisabetta, aveva esultato sentendo la vicinanza di Gesù che era ancora, come lui, nel ventre materno, quest'uomo è un gigante in umanità, c'è in lui una forza d'animo immensa.

Vive in piena solitudine nel deserto fin dalla giovinezza e quando comincia a predicare le sue parole sono dure come l'acciaio e chiare come l'acqua. Non si ferma davanti a nessuno e proprio per questo, avendo rimproverato pubblicamente il re, va a marcire in un carcere e poi finisce decapitato. Ma che cosa lo rendeva così? Dov'è il suo segreto? Dall'inizio alla fine della vita egli sa che una sola cosa è importante, un'unica cosa egli deve fare: dire a tutti che il Signore è vicino, viene, e poi, indicarLo presente: “Ecco Colui che toglie i peccati del mondo”. Questa è la grande certezza che ha dominato il suo cuore, i suoi pensieri, le ore e i giorni della sua vita: «Viene uno che è più forte di me». Pensate alla frenesia, all’ansia, a questa attesa e considerate che Giovanni Battista l'ha vissuta ancora più forte e per tutta la vita. Come poteva non accorgersene chi lo incontrava? Capite allora perché le letture di ci parlano di gioia? Dio, il Signore, è vicino, è qui, è in mezzo a noi.

La Chiesa non dice: «Convertiti, cambia testa e cuore perché il Signore è qui, è in casa tua. Anzi, dice: alzati! Non aver paura e vagli incontro». Ma ci può essere una gioia più grande?

Lui, il Signore è qui: è qui mentre lavoriamo, soffriamo, amiamo, mentre la vita procede come noi non vorremmo. Allora la gioia non deriva dalla distrazione, facendo finta di niente o censurando dolore, male e sofferenza, ma dal fatto che in Cristo e con Lui il bene è più forte del male. 

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