Fornero dimenticata, disoccupazione ancora troppo alta, ma dai, che vuoi che sia, evasione fiscale e corruzione, il male minore. Il problema dei problemi, anche a Vasto, è l’immigrazione, quella globalmente intesa, senza più distinzione tra rifugiati, richiedenti asilo o irregolari.
E’ questa la piaga italiana, nelle grandi aree metropolitane come in provincia. Il cerino è oramai acceso: un deprecabile episodio davanti a un supermarket, lo spintone a una consumatrice, ferita e, giustamente, indignata, per aver detto di no a una mendicante, che l’avrebbe per reazione gettata a terra, si è trasformato in un atto d’accusa di stampo politico. Centrodestra e gruppi civici, in fretta e furia, stigmatizzano il fatto e se la prendono con le cooperative, accusate di aver portato qui da noi gente disperata e violenta. Di coop, a Vasto, ce n’è una, la Matrix che, sentendosi tirata per la giacca, fa sapere: i nostri assistiti non c’entrano per niente, la mendicante non è una richiedente asilo, bensì una donna caucasica. Bianca, dunque. Che, adesso, polizia e carabinieri cercano di rintracciare.
Il tentativo di strumentalizzare il caso, ripeto, deprecabile, è evidente. Troppo ghiotta l’occasione per arruolare qualche altro patriota in vista del voto del 4 marzo. Tant’è: la campagna elettorale, da noi, è soprattutto questa. Che pena. Finito il tempo dei sospetti sanitari, delle malattie importate dall’Africa, ricordate?, era appena qualche mese fa, è giunta l’ora del rigetto: “Sei diverso da noi, nero di pelle, per giunta, tornatene a casa tua”. Li sento spesso questi custodi dell’italica razza, di frequente persone timorate di Dio, posto fisso in chiesa la domenica e le altre feste comandate. Quelli che, magari, i giovanotti di colore gli stanno simpatici solo se bravi col pallone e pronti a farli esultare allo stadio o davanti alla tv. “Sì ma questi stuprano le nostre donne e le fanno pure a pezzi”, ribattono incupiti quelli che di migranti non ne vogliono più sapere.
Rabbia comprensibile, certo: ma il codice penale è uno e uno solo per tutti coloro che calpestano il suolo della Repubblica: bianchi, gialli oppure neri. Si processino i responsabili, dunque, dell’agghiacciante scempio di Pamela a Macerata, si puniscano duramente anche i richiedenti asilo che si fanno spacciatori. E, aggiungo, venga fatto scendere dai treni chi viaggia a sbafo, spesso intimorendo o sbeffeggiando il controllore. Ma, per piacere, chi fa politica controlli i propri istinti e misuri le parole. Incendiari e giustizieri, diversamente, sono pronti a far da sé.