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“In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento”

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IV Domenica del Tempo Ordinario (anno B)

Lo “stupore”, è quell’esperienza felice che ci sorprende e sconvolge i nostri schemi, che s’inserisce come una lama di libertà in tutto ciò che ci opprime: rumori, parole, schemi mentali, abitudini, che ci fa entrare nella dimensione del sentimento, quella che smuove anche le montagne. Salviamo lo stupore, la capacità di incantarci ogni volta che incontriamo qualcuno che ha parole che ci trasmettono la forza del vivere, che toccano il centro della vita perché nate dal silenzio, dal dolore, dal profondo del cuore. La nostra capacità di provare gioia è direttamente proporzionale alla nostra capacità di meravigliarci.

Ognuno di noi ha un cellulare! Proviamo insieme a memorizzare questo SMS che Gesù continua a mandarci senza stancarsi mai: "Amatevi come io ho amato voi".

Potrebbe essere un aiuto per ricordarci e per vivere queste parole! Sono certo, però, che dobbiamo tenere sempre in mente che c'è un posto molto più importante in cui Gesù ci chiede di memorizzare questo messaggio…nel cuore.

Facciamo come ci insegna il nostro Maestro! Gesù ci ama così come siamo e senza condizioni: mentre pregano nella sinagoga, come ci racconta oggi il Vangelo, ma anche in casa, o nel posto di lavoro, o lungo la strada…"Coloriamo il mondo", anche noi come Gesù, di amore, di giustizia, di perdono, di aiuto a chi è nel bisogno, e cancelliamo, con la nostra testimonianza cristiana, quel triste colore grigio che a volte vediamo attorno a noi!

Ora proviamo a rispondere a questa domanda: «Dio, il mistero, il destino fatto uomo, si rende presente ora ad ognuno di noi in un volto umano: in Gesù Cristo». Lui è venuto a lasciare anche a noi la possibilità di colorare il mondo di amore. Che cosa ne facciamo dei nostri gessetti per colorare?

S. Marco ci racconta che Gesù, un sabato, entra nella sinagoga a Cafarnao non più per ascoltare ma per insegnare, e tutti capiscono che in Lui c'è una potenza che deriva da Dio, c'è un modo di agire che cambia le cose in bene, che dipinge di amore tutto ciò che è attorno a lui. Proprio come se avesse tanti gessetti colorati…

"Insegna come uno che ha autorità": non nel senso di comando, di potere sugli altri… Cosa significa allora la parola "autorità" riferita a Gesù? Significa che quello che dice corrisponde alla verità, significa che le sue parole incarnano la sua vita: Gesù insegna la bontà ma, prima di spiegarla, la vive. Proprio per questo ci sono tanti che lo ascoltano e gli credono. La sua autorità deriva dunque dalla sua vita vissuta con amore.

La prova di tutto ciò, nel Vangelo, è che nella sinagoga c'era un uomo che dentro di sé aveva un qualcosa di cattivo che lo faceva stare molto male. Forse nel suo cuore aveva un vuoto che, invece di riempire con l'amore, l’aveva riempito con il male…O forse questo "qualcosa di cattivo" che aveva dentro non derivava nemmeno da un suo comportamento di vita negativo… noi non lo sappiamo.

Però quello che è certo è che Gesù vede la sofferenza di quell'uomo “posseduto” e, con la sua sola Parola, compie il miracolo e lo libera dalla schiavitù del male, lo fa ritornare una persona buona e desiderosa di bene. Gesù ha compassione di lui.

E vediamo come Gesù interviene: non fa discorsi su Dio, non cerca spiegazioni sul male, Gesù mostra Dio che si immerge nelle ferite dell'uomo; è Lui stesso il Dio che si immerge, come guarigione, nella vita ferita, e mostra che «il Vangelo non è un sistema di pensiero, non è una morale, ma una sconvolgente liberazione. Lui è il Dio il cui nome è libertà e che si oppone a tutto ciò che imprigiona l'uomo.

Sempre Gesù ha compassione di ogni povero, di ogni malato, di ogni peccatore, di ognuno di noi! Si fa’ mendicante della nostra vita.

Siamo certi che niente è più forte del Suo amore; non c’è nessuna paura, tristezza, delusione, pensiero cattivo, incomprensione, difficoltà che l’amore di Dio non possa guarire e perdonare, perché Lui vuole colorare la nostra vita di gioia.

Ci impegniamo a fare il bene? O pensiamo che sia sufficiente non fare il male?

Non basta non fare niente di male…e non è sufficiente nemmeno non fare niente!

Il Signore ci chiede di fare molto, ed ha un grande progetto per ciascuno di noi: ci chiede di diventare "altri Gesù". Solo così potremo essere per sempre felici, in questa vita e nella vita eterna.

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