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Furci sospesa tra “Musica e poesia”: il racconto della terza e ultima serata

Buon riscontro di pubblico per l’importante evento letterario del calendario estivo furcese

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Un abbraccio piccolo ma molto forte quello di Largo via Roma, che ieri sera ha accolto il terzo e ultimo appuntamento di “Musica e poesia”, la manifestazione letteraria estiva patrocinata dal Comune di Furci. L’inedita iniziativa ha infatti suscitato un grande interesse nella popolazione, accorsa ancora una volta numerosa per ascoltare le letture e le analisi del poeta chietino Mario D’Angelo, incentrate in quest’occasione sull’ottavo capitolo de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni.

La serata, introdotta dalle letture de “L’ultima ora di Venezia” di Arnaldo Fusinato (dedicata alla storica figura della maestra Maria Colonna, importante punto di riferimento per passate generazioni di scolari furcesi) e di alcune poesie tratte dal libro “Attraverso il cono d’ombra” dello stesso D’Angelo, è stata accompagnata dalla chitarra di Matteo Di Battista. Una scelta che, come suggerisce lo stesso titolo della manifestazione, ha giustificato ampiamente il connubio tra musica e letteratura, questa volta all’insegna della modernità.

D’Angelo, infatti, ha posto l’accento sull’attualità di Manzoni, “poeta modernissimo” capace di scrivere “il primo grande romanzo della nostra letteratura, nonché uno dei due di quella universale insieme a ‘Guerra e pace’ di Tolstoj”: la scelta dell’ottavo capitolo, in particolare, risiede nel fatto che questo sia “uno dei più significativi e dei più moderni dell’intera opera, nonché il più cinematografico in assoluto”. Ecco spiegate, quindi, le scelte musicali di Di Battista, esibitosi in un mash-up di “Quando” di Pino Daniele e del tema di “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, seguito poi da un’esecuzione impreziosita da frammenti della colonna sonora di “C’era una volta in America” di Sergio Leone.

“Un poeta che, con il suo senso del cinema, è stato notevolmente in anticipo sui tempi”, ha affermato D’Angelo, che tra le altre cose ha ricordato come la letteratura per Manzoni avesse “l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo”, dove  l’“utile” è il fine ultimo dell’arte, ovvero l’educazione morale e civile dei lettori. Considerando quindi che “I promessi sposi” si prestano perfettamente, anche a detta del poeta chietino, “alla dimensione dell’oralità e alla lettura a voce alta”, ne consegue che questa iniziativa regalata al pubblico ha scelto uno dei modi migliori di colpire nel segno, scegliendo inoltre come “mezzo” l’“interessante” idea di utilizzare spazi inutilizzati e inusuali del borgo furcese. “Musica e poesia” è sembrata quindi un’occasione importante, come detto giorni fa dalla dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo “G. Spataro” di Gissi Aida Marrone, “per valorizzare il nostro territorio attraverso la cultura nell’ambito di progetti lungimiranti per la rinascita dei piccoli centri”. Restando in ambito cinematografico, si attende fiduciosamente un “remake” per la prossima estate.

Qui l’intervista al poeta Mario D’Angelo.

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