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Venosini, il sindaco che sfratta le suore e detta ordini al vescovo

La singolare tesi dell'ex sindaco di Celenza sul Trigno, Rodrigo Cieri

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CELENZA SUL TRIGNO - L’istituzione della scuola statale per l’infanzia, quella che andrà a sostituire l’asilo gestito da decenni dalla suore, non è affatto una conquista, come sostiene il primo cittadino Venosini, ma «un atto di forza antidemocratico». Continua lo scontro, a Celenza sul Trigno, sulla istituenda scuola per l’infanzia. Dopo l’ok incassato dall’ufficio scolastico provinciale, Venosini ha cantato vittoria, ma a rovinargli la festa interviene l’ex sindaco Rodrigo Cieri. «La maggior parte delle famiglie è favorevole alla scuola dell’infanzia paritaria esistente», dichiara apoditticamente l’ex amministratore. Sarà anche vero, ma è altrettanto vero che le iscrizioni alla statale, al momento, sono tre volte quelle della paritaria gestita dalle suore. I conti di Cieri, dunque, non tornano. «La maggioranza - continua l’ex sindaco - non ha accolto la richiesta di referendum proposta dalla minoranza, visto che il problema investe tutta la cittadinanza e riguarda anche la permanenza delle suore a Celenza. Non solo la popolazione non è stata chiamata a decidere, ma il sindaco ricorre ad un atto di forza: le suore devono lasciare i locali, come a dire “il padrone sono io e vi caccio e chiudo la paritaria”. Se la politica è mediazione e dialogo tra forze democratiche che hanno uguali diritti e meritano rispetto, a Celenza essa è assente». E in chiusura Cieri aggiunge: «Venosini vuole mandare via le suore e va in giro la voce che è stata imposta la sostituzione del parroco con un altro che rientri nelle grazie del gruppo». E’ stata “imposta” a chi? Atteso che solo il vescovo decide gli spostamenti dei parroci, Cieri di fatto sostiene che Venosini ha dato un ordine a monsignor Scotti. Un’ipotesi assolutamente risibile, anche perché non risulta, e i fatti accaduti in altri comuni lo confermano, che il vescovo di Trivento prenda ordini dai sindaci di zona.
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