SAN BUONO - Un impianto di micro-cogenerazione a biomassa biologica da 200 kWe in contrada Vusco, in territorio di San Buono. È il progetto presentato dalla San Buono Bioenergy srl che sta già sollevando qualche perplessità e dubbio tra amministratori e cittadini anche nella vicina Furci.
IL PROGETTO – La modesta dimensione dell’impianto prevede la Procedura Abilitativa Semplificata presso il Comune nel quale si intende realizzare il progetto.
Si tratta di un impianto di produzione di energia dalla combustione di sottoprodotti di origine biologica: di origine animale, non destinati al consumo umano (stallatico ecc.); provenienti da attività agricola (paglia, pula, potature, ramaglie, trucioli da lettiera ecc.); provenienti da attività alimentari e agroindustriali (sanse, vinacce, graspi, noccioli ecc.); provenienti da attività industriali (scarti da lavorazioni del legno per la produzione di mobili ecc.).
Il terreno individuato per l’impianto è stato individuato tra i comuni di San Buono e Furci, in contrada Vusco, tra campi coltivati e ha un’estensione di 22.500 mq. Per questo tipo di progetto sono previsti incentivi per 20 anni.
LA SOCIETÀ – La San Buono Bioenergy srl, costituitasi il 24 ottobre 2014, ha sede legale a Pescara, capitale sociale di 10mila euro con quote suddivise tra Area Engineering srl (2.000), Fileni Energia srl (1.000), All Broker Service srl (2000), S.C. Energy srl (4.000), Gianni Padovani (1.000).
Il presidente della società è Nicola Pasetti (Pescara) con consiglio d'amministrazione formato da Giuseppe Palanca (Grottammare) e Alessandro Colananni (Città Sant'Angelo).
IL PARERE DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE - Nei giorni scorsi si è già tenuta una conferenza dei servizi alla quale hanno partecipato gli amministratori di Furci e San Buono. Il sindaco del comune nel quale dovrebbe essere ubicato l'impianto, Nicola Filippone, afferma che stanno approfondendo alcuni aspetti e che si terrà un'altra conferenza dei servizi il prossimo 14 maggio.
Nel frattempo chiarisce la sua posizione: «In riferimento al progetto presentato dalla San Buono Bioenergy Srl per la realizzazione di una centrale a Biomassa (anche se di 'bio' c'è veramente poco dato che l'installazione di queste centrali non è compatibile con l'agricoltura biologica) di 200Kw nel territorio del comune di San Buono (Contrada Vusco), l'amministrazione comunale, grazie ad una equipe di ingegneri esperti in materia e ad associazioni ambientalistiche, sta elaborando osservazioni e rilievi in merito ad aspetti tecnici, ambientali e sanitari, per la salvaguardia della salute, dell'ambiente e più in generale degli interessi del territorio e della popolazione».
TIMORI ANCHE A FURCI - L'impianto sebbene sia ubicato - in caso di approvazione - in territorio di San Buono, è più vicino al comune di Furci. Una lettera anonima è stata recapitata nelle redazioni di alcune testate (tra le quali iltrigno.net), ad associazioni ambientaliste, del settore agricolo e senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluca Castaldi.
Firmata da 'Cittadini di Furci per la tutela della salute e dell'ambiente', mette in evidenza i timori per la realizzazione dell'impianto ricordando che sul territorio grava ancora la 'spada di Damocle' della discarica con impianto di trattamento rifiuti pericolosi annesso previsto in Valle Cena.
LA BIOMASSA PREVISTA
Sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano - Reg. Ce 1069/2009 classificati di Cat. 2 (con specifiche di utilizzo previste nel regolamento stesso e nel regolamento CE n.142/2011): stallatico (escrementi e/o urina di animali, guano non mineralizzato, ecc.); tubo digerente e suo contenuto; farine di carne e d’ossa; sottoprodotti di origine animale raccolti nell’ambito del trattamento delle acque reflue a norma delle misure di attuazione adottate conformemente all’articolo 27, primo
comma, lettera c): da stabilimenti o impianti che trasformano materiali di categoria 2; o da macelli diversi da quelli disciplinati dall’articolo 8, lettera e).
Sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale: effluenti zootecnici; paglia; pula; stocchi; fieni e trucioli da lettiera; residui di campo delle aziende agricole; sottoprodotti derivati dall’espianto; sottoprodotti derivati dalla lavorazione dei prodotti forestali; sottoprodotti derivati dalla gestione del bosco; potature, ramaglie e residui dalla manutenzione del verde pubblico e privato.
Sottoprodotti provenienti da attività alimentari e agroindustriali: sottoprodotti della trasformazione del pomodoro (buccette, bacche fuori misura, ecc.); sottoprodotti della trasformazione delle olive (sanse, sanse di oliva disoleata, acque di vegetazione); sottoprodotti della trasformazione dell’uva (vinacce, graspi, ecc.); sottoprodotti della trasformazione della frutta (condizionamento, sbucciatura, detorsolatura, pastazzo di agrumi, spremitura di pere, mele, pesche, noccioli, gusci, ecc.); sottoprodotti della trasformazione di ortaggi vari (condizionamento, sbucciatura, confezionamento, ecc.); sottoprodotti della trasformazione delle barbabietoleda zucchero (borlande; melasso; polpe di bietola esauste essiccate, suppressate fresche, suppressate insilate ecc.); sottoprodotti derivati dalla lavorazione del risone (farinaccio, pula, lolla, ecc.); sottoprodotti della lavorazione dei cereali (farinaccio, farinetta, crusca, tritello, glutine, amido, semi spezzati, ecc.); sottoprodotti della lavorazione di frutti e semi oleosi (pannelli di germe di granoturco, lino, vinacciolo, ecc.); pannello di spremitura di alga; sottoprodotti dell’industria della panificazione, della pasta alimentare, dell’industria dolciaria (sfridi di pasta, biscotti, altri prodotti da forno, ecc.); sottoprodotti della torrefazione del caffè; sottoprodotti della lavorazione della birra.
Sottoprodotti provenienti da attività industriali: sottoprodotti della lavorazione del legno per la produzione di mobili e relativi componenti.
NELLE IMMAGINI I RENDERING DELL'IMPIANTO E L'UBICAZIONE DEL TERRENO