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Assemblea dei sindaci a Lentella: due documenti per far cambiare idea a Poste Italiane

«Territorio che soffre già troppe criticità»

redazione
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LENTELLA - Due documenti: uno da consegnare al senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluca Castaldi, e uno per la Regione Abruzzo. È l'accordo con il quale si è concluso l'incontro lentellese tra i sindaci del territorio sul piano di razionalizzazione di Poste Italiane
Dal 13 aprile 2015 gli uffici postali di Carpineto Sinello, Carunchio, Celenza sul Trigno, Lentella, Liscia, Torrebruna, Palmoli, Schiavi d’Abruzzo e Roccaspinalveti apriranno solo a giorni alterni: martedì, giovedì e sabato. Un piano di tagli che trova la forte contrapposizione di sindaci e sindacati molti dei quali oggi presenti all'incontro.

«Siamo davvero tentati dal riconsegnare le chiavi del Comune» ha esordito Carlo Moro, primo cittadino di Lentella, che ha aperto il dibattito nell'aula consiliare del municipio. 
«Perché dovremmo ancora vivere nei nostri piccoli comuni? Il taglio dei servizi è continuo. Sempre più spesso si sente parlare dei piccoli comuni come ricchezza dell'Italia, ma non è così nella realtà».
Poi una nota legale: «Poste Italiane per legge non può chiudere uffici postali nei piccoli centri, ma la con questa razionalizzazione è in regola, quindi è solo un fatto politico».

UN KM DIVERSO - La razionalizzazione degli uffici postali sembra non è vista aprioristicamente in modo negativo, ma nel Vastese mal si concilia con tante, troppe, criticità che già affliggono le comunità che cercano di resistere allo spopolamento, primo tra tutte le condizioni delle strade (leggi).
Lo sa anche Carmine Torricella, Cgil, che sottolinea: «Poste ci dice "Restano comunque aperti altri uffici a tre chilometri di distanza", ma un chilometro tra San Salvo e San Salvo Marina non è lo stesso chilometro tra i paesi dell'entroterra vastese, dove gli utenti, soprattutto anziani, sarebbero costretti ad affrontare percorsi di guerra».
Poi, la rivelazione: «Questo piano era pronto già nel 2012, ma per diversi motivi non è mai stato messo in pratica».
Gli fa eco Germano Di Laudo della stessa sigla sindacale: «In questo territorio non può vincere la logica del Dio Denaro. Il nostro timore è che oggi si parla di riorganizzazione, ma domani di chiusura. Poste ci ha assicurato che non ci saranno ricadute negative sui lavoratori, ma i problemi ricadranno tutti sui cittadini. Per questo è utile una voce unica di sindaci e sindacati». 

AUDIZIONE STAORDINARIA - Poste italiane si è detta pronta ad ascoltare le comunità locali avendo come referenti soprattutto Regione e Anci. È emerso dalla lettera che la deputata Maria Amato (oggi a Roma) ha inviato a Moro. D'Alfonso, assente perché a Bruxelles, era rappresentato da Mario Olivieri, mentre il presidente dell'Anci Abruzzo, il sindaco di Vasto Luciano Lapenna, è in Australia. 
È il senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluca Castaldi a proporre quindi un atto concreto nell'immediato: la richiesta di un'audizione parlamentare urgente - che andrebbe firmata anche dalle altre forze politiche - nei confronti dell'Ad di Poste Italiane, Francesco Caio. Durante l'audizione pubblica si presenterebbe il documento unitario dei sindaci con le criticità del territorio, come viabilità ed età media. «Poste Italiane - ha detto Castaldi - non è la cassa di risparmio, ma deve assicurare i servizi essenziali. Bisogna anche ricordare però che gli emendamenti presentati dal M5S riguardo la privatizzazione di Poste Italiane sono stati respinti dal Pd che ora, invece, protesta».
 Iter simile, ma a livello regionale, invece, quello suggerito da Olivieri.

La parola d'ordine è fare subito, perché il 5 marzo, lo stesso Caio presenterà il nuovo piano d'impresa 2015/2020.

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