VASTO - Eccezioni respinte dal Tribunale e processo che si terrà nelle giornate del 14 e 15 aprile prossimo. Si è tenuta oggi la prima udienza del maxi processo relativo all'Operazione Adriatico.
Numeri importanti per una tappa giudiziaria che assegna al Vastese un triste primato: 81 imputati, ad alcuni di loro si contesta per la prima volta in Abruzzo l'associazione di tipo mafioso. I coinvolti nell'operazione sono distribuiti su tutto il territorio: Vasto, San Salvo, Gissi e San Buono. Alcuni di loro, invece, arrivano da terre vicine: Francavilla al Mare, Pescara, Guardiagrele, Porto Sant'Elpidio e poi San Severo e Napoli.
In aula questa mattina, davanti al presidente Bruno Giangiacomo e ai giudici Fabrizio Pasquale e Stefania Izzi sono sfilati solo alcuni degli imputati (oltre agli avvocati difensori).
Di coloro che stanno scontando il procedimento restrittivo, stamattina in aula - nel gabbiotto approntato per i detenuti - erano presenti solo Michele Barra (San Severo) e Marco Maago (Napoli).
L'OPERAZIONE - L'operazione è scattata nella notte di un anno fa, il 5 febbraio 2014. Dalle prime ore del mattino i militari del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale) e del Comando Provinciale di Chieti (unitamente ai Comandi dell’Arma territorialmente competenti delle province di Napoli, Salerno, Foggia, Latina e Ascoli Piceno) con l'ausilio di elicotteri e auto hanno compiuto una serie di arresti su tutto il territorio.
Il blitz è arrivato a termine di una complessa e articolata indagine coordinata dal Procuratore Distrettuale Antimafia dell’Aquila, Fausto Cardella, e dai Sostituti Procuratori Antonietta Picardi e David Mancini.
L'INCHIESTA - L'attività investigativa è partita nel 2012, dopo l'individuazione di un «sodalizio criminale di matrice camorristica attivo nell'area vastese frentana della provincia di Chieti» confermata dagli arresti delle operazioni 'Pipistrello' e 'Tramonto' (2009 e 2012). Queste due operazioni avevano l'obiettivo di smantellare l'associazione criminale facente capo a Lorenzo Cozzolino, elemento di primaria importanza di una fazione scissionista del clan Vollaro.
Il boss, dopo una permanenza a Vasto, si è stabilito a Gissi insieme alla convivente Italia Belsole, figlia di Attilio, esponente di spicco dello stesso clan. Nel Chietino è così stata messa in piedi una ramificata organizzazione criminale insieme agli affiliati di altri clan camorristici dell'area napoletana: Fabio Martusciello (clan Cimmino), Marco Mango e Rosario Di Bello (clan di Lauro) fuggiti dalle guerre di camorra in terra natìa.
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FOTO ERCOLE MICHELE D'ERCOLE