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Addio a Carmine Di Biase, memoria storia di Fresagrandinaria

Aprì uno dei primi ristoranti della zona

a cura della redazione
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FRESAGRANDINARIA - Fresagrandinaria perde una delle sue figure storiche. Si è spento ieri a 93 anni, Carmine Di Biase. Era molto conosciuto non solo in paese, ma nell'intero circondario per via della sua attività di ristoratore. 

Nonostante la sua vita non sia stata priva di difficoltà, riuscì con il duro lavoro a realizzarsi e farsi ben volere. Nato il 3 giugno 1920, conobbe il padre solo all'età di 33 anni, negli Stati Uniti, dove il genitore era emigrato. Negli Usa lavorò anche per qualche tempo, ma il richiamo della propria terra e della propria famiglia fu più forte.

Fu uno dei primi ad aprire l'attività di ristorante nel lontano 1952, trasformando il suo negozio di alimentari. Per la sua dedizione alla professione era stato nominato Cavaliere del Lavoro. Nel suo locale, inoltre, fece la comparsa il primo juke box della zona: uno dei campi in cui fu portatore di novità. Durante il periodo del negozio di alimentari fu il primo, infatti, a vendere la pasta confezionata della quale si riforniva a Vasto, dove si recava in Lambretta (non prese mai la patente).

Una delle sue grandi passioni fu quella per i presepi. Un'arte alla quale dedicò molto del suo tempo per oltre 40 anni. In un locale adiacente al ristorante ne creò uno - un piccolo mondo per dimensioni - che in ogni periodo natalizio attirava visitatori dai paesi limitrofi. Le case e gli scenari erano tutti costruiti a mano, mattoncino dopo mattoncino, mentre i personaggi li acquistava direttamente nella patria del presepe: Napoli. Anche questa sua bravura gli fu riconosciuta: per 8 anni consecutivi vinse il primo premio regionale dedicato ai presepi.

Lorenzo D'Alfonso, insegnante e amico, al quale Carminuccio - così, affettuosamente, era chiamato da chi lo conosceva - piaceva raccontare le storie di una vita (non senza il recondito desiderio di vedere la sua storia impressa in un volume) lo ricorda così: «Un romanzo durato quasi un secolo. Un uomo uscito dalla penna di Dostojevski, guerra, miseria, ardore e viaggi in America in cerca del padre. La sua cara inseparabile moglie. Un uomo graziato da Dio per la tenacia di non essersi mai arreso. Avrei voluto conoscerlo quando era giovane per comprendere dove prendeva tutta quella energia! Mi chiamava scherzosamente "il professore" e mi ha raccontato molto della sua vita perché voleva che io gli scrivessi un libro. Addio nonno Carmine eroe di questo mondo».

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