La nostra zona, l’alto Vastese, sta vivendo una fase di declino. Del resto, se guardiamo i dati Istat del 2011 vediamo che i paesini dell’alto Vastese sono sempre più spopolati e non sono più un bacino elettorale, quindi non interessano più a nessuno. Ricordate la legge Gelmini? Essa prevedeva la chiusura delle scuole di montagna, ma a nessuno è venuto in mente di difendere i nostri piccoli comuni.
Dopo i tagli alla scuola, sono arrivati i tagli alla sanità e anche qui nessuno ci ha aiutato. Quest’ultimi tagli sono una ulteriore mazzata inferta ai nostri piccoli comuni delle aree interne e ai loro 19mila abitanti rimasti e ciò vale anche per la chiusura di altri servizi. Ai tagli, pochi sindaci hanno cercato in tutti i modi di resistere investendo sul turismo: oggi, in alcuni comuni abbiamo ristoranti, agriturismi, parco avventura, alberghi etc..
Tuttavia non basta. Bisogna riportare la gente a viverci. Occorrono grossi incentivi, qualcosa che susciti il cambiamento. La gente va riportata nei piccoli comuni dell’alto Vastese, sapendo che lo si può fare soltanto creando un tessuto sociale. Con incentivi che vogliono dire scuole, negozi, uffici postali, spazi per attività sportive, guardie mediche, medici, servizi. Bisogna far sì che le giovani coppie restino a vivere nei piccoli comuni. Invece dobbiamo constatare che, al di là dell’impegno degli amministratori locali, vediamo che le politiche del governo regionale procedono nella direzione diametralmente opposta.
Sono contento che alcuni giorni fa si sono incontrati numerosi sindaci e rappresentati di Vasto, San Salvo, Casalbordino, San Buono, Monteodorisio, Lentella, Fresagrandinaria, Tufillo, Pollutri, Castelguidone, Gissi, Liscia, Guilmi, Palmoli, Dogliola, Celenza sul Trigno, Schiavi d’Abruzzo, Carunchio, Roccaspinalveti, Fraine, Carpineto Sinello e Casalanguida. Assente Cupello. Al centro della discussione c’era la realizzazione del più grande impianto di trattamento di rifiuti pericolosi dell’Abruzzo, con annessa discarica nel territorio di Furci. Non è l'estensione a renderla tra le più grandi anche d’ Italia (250mila metri cubi poi ridimensionati 150mila) ma la vastissima gamma dei rifiuti pericolosi che dovrebbe accogliere da tutta Europa: ben 264 codici Cer (Catalogo Europeo dei Rifiuti).
Vi è stata una grande partecipazione e soprattutto una importante presa di posizione politica sull'impianto dei trattamento di rifiuti. Chiedo agli amministratori dei paesini del Vastese, di assumere la stessa presa di posizione anche nei confronti del taglio della guardia medica, del servizio di pediatria, che attualmente viene svolto da due medici pediatri per un ora a settimana, e che a partire dal 10 marzo verrà dimezzato; del taglio del servizio farmaceutico di Gissi, i malati dell’alto vastese che hanno bisogno di medicine devono rivolgersi allo sportello farmaceutico di Gissi solo il mercoledì e dopo aver inoltrato una richiesta via fax entro le 12 di ogni lunedì; il taglio dei medici di famiglia che in alcuni comuni sono presenti solo a giorni alterni. Quelli che vanno in pensione non vengono sostituiti, i motivi pare che siano nei numeri.
Tecnicamente non scatta la carenza. Inoltre, sarebbe il caso che ci fosse una grande presa di posizione per il servizio di emergenza-urgenza sul nostro territorio, oggi c’è una sola postazione di ambulanza H12, senza medico a bordo che, tra l’altro è posta ad oltre 20 km da Celenza Sul Trigno, con una viabilità compromessa (buche, curve, frane e interruzioni).
Cosi come avete detto «NO ALL'IMPIANTO» signori sindaci dovete dire «NO AI TAGLI ALLA SANITA’». Ci troviamo a vivere un paradosso: ci tagliano i servizi, le scuole, la sanità , gli uffici postali, i trasporti, le scuole materne, il servizio pediatrico ecc. costringendoci i cittadini a trasferirci sulla costa e poi vogliono anche trasformare le nostre aree in una discarica di rifiuti pericolosi. Dobbiamo fermarli!
Daniele Leone