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Il M5S: «Pronti a far diventare la Valle Cena la nostra Val di Susa»

I gruppi del Vastese si schierano a fianco dei sindaci contro la mega discarica

a cura della redazione
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FURCI - Si allarga il fronte del 'No' all'impianto di trattamento rifiuti con annessa discarica proposta dalla Vallecena srl e prevista nel territorio di Furci. A manifestare la propria contrarietà sono i gruppi del Movimento 5 Stelle dei vari comuni del Vastese (MoVimento 5 Stelle San SalvoMoVimento 5 Stelle VastoM.U. Histonium 5 StelleM.U. Gissi 5 StelleM.U. Cupello 5 Stelle). Giovedì scorso i sindaci del territorio hanno firmato un documento contro il progetto che «prevede la realizzazione  del più grande impianto di trattamento di rifiuti pericolosi d’Abruzzo con annessa discarica di 150 mila metri cubi, che dovrebbe accogliere una vastissima gamma di rifiuti pericolosi (ben 264 codici Cer.) da tutta Europa.

Per i gruppi del Movimento 5 Stelle l'area del Vastese ha «già dato, infatti "accoglie" - spiegano gli attivisti - la centrale turbogas di Gissi, l’inceneritore di rifiuti speciali (Laterlite di Lentella), il maggiore sito di stoccaggio di gas d’europa nella c.da Montalfano di Cupello e la maggiore concentrazione eolica di tutto l’Abruzzo (200 aerogeneratori). Oramai da anni il nostro territorio è visto di buon occhio da speculatori ambientali, aziende petrolifere, costruttori di discariche e chi più ne ha più ne metta. Noi crediamo che sia arrivato il momento di dire una volta per tutte "BASTA, IL VASTESE HA GIÀ DATO!"».

«Viviamo in uno dei territori più belli d’Abruzzo - continuano i gruppi del Vastese - dal punto di vista ambientale, naturalistico e antropologico, ed è arrivata l’ora di “sfruttare” questi doni che Madre Natura ci ha fatto. È arrivata l’ora di dare un’accelerata definitiva alla costituzione del Parco della Costa Teatina, che blocchi definitivamente le idee di sfruttamento che minacciano il nostro mare. È arrivata l’ora di lanciare le aree naturalistiche protette  (da anni richieste da diverse associazioni naturalistiche del territorio) che tutelino le nostre aree interne, che blocchino l’emorragia demografica che i paesini dell’interno stanno subendo e che diano finalmente una strada chiara di sviluppo a un territorio che da anni è abbandonato a se stesso. Attendiamo con ansia il verdetto della conferenza dei servizi fissata per il 4 marzo, e siamo pronti, in caso di parere favorevole, ad alzare le barricate, e a far diventare la Valle Cena la nostra Val di Susa».

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