LENTELLA – L’estate del 2013 non è stata caratterizzata solo dal precipitare della situazione della ex Golden Lady di Gissi. Il clima è stato particolarmente caldo anche a Lentella, dove la Laterlite – che impiega circa 80 lavoratori tra personale interno ed esterno – aveva ricevuto il preavviso di diniego del comitato di Valutazione d’Impatto Ambientale sul progetto di ampliamento della cava di argilla, dopo una trafila burocratica che si è trascinata per anni.
La proprietà aveva così ventilato la possibilità della chiusura dello stabilimento nonostante – a differenza delle altre situazioni lavorative del territorio – non ci fosse una grave crisi che ne pregiudicasse l’attività .
La situazione si sbloccò il primo agosto con l’approvazione di un nuovo progetto dalla superficie di scavo notevolmente ridotta. Nel frattempo, il caso ha avuto risalto sulla stampa nazionale con l’editoriale di mons. Bruno Forte sul Sole 24 Ore.
Oggi l’azienda cerca di andare avanti, nonostante il periodo non florido del settore dell’edilizia. «L’azienda sopravvive – spiega il vicepresidente Corrado Beldì – ma la situazione di mercato continua a essere molto difficile. Nei primi di gennaio ci sono stati segnali di rallentamento e non si vedono segnali di ripresa».
«Si prevede altra cassa integrazione?»
«Quest’anno ne faremo un altro po’ perché non abbiamo domanda sufficiente per produrre tutto l’anno, ma ora è difficile fare previsioni. Le prime settimane dell’anno non hanno mostrato un mercato reattivo, come del resto in tutta Italia. Non ci sono lavori nuovi, ci sono poche ristrutturazioni. Anche un’azienda come la nostra – che va meglio della media del settore – soffre».
«La vicenda dell’autorizzazione del progetto, dalla tempistica lunghissima, ha avuto particolari ripercussioni?»
«Abbiamo dovuto programmare la produzione non sul mercato, ma sulla scarsità della materia prima. Abbiamo dovuto sostenere ulteriori costi di consulenza. Prima della legge elettorale, forse, in Italia bisognerebbe snellire le procedure di autorizzazione. Il che non significa non rispettare l’ambiente, ma fare le cose in alcuni mesi e non in anni».
«Come stanno procedendo i lavori nella cava?»
«Stiamo andando avanti con l’attività di rinaturalizzazione sul fronte sinistro – come richiesto nell’ultima conferenza dei servizi – e una volta terminato si può iniziare con la coltivazione».