È un terremoto quello che sta interessando il Molise da qualche settimana a questa parte. La recente desecretazione degli interrogatori di Carmine Schiavone, ex boss dei casalesi, ha lanciato l'allarme sulla possibilità concreta che il territorio molisano negli anni precedenti sia stato a disposizione (e lo continui a essere?) dei clan che lucravano sui traffici illeciti di rifiuti.
LE RIVELAZIONI DI SCHIAVONE - Nelle ultime settimane la paura nella popolazione è lievitata. Nell'interrogatorio del 7 ottobre 1997 davanti alla Commissione parlamentare d'ichiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite connesse (composta dal presidente Massimo Scalia, dal deputato Gianfranco Saraca e dai senatori Giovanni Lubrano Di Ricco, Roberto Napoli e Giuseppe Specchia), Carmine Schiavone traccia i confini delle attività camorristiche legate allo smaltimento illecito dei rifiuti tossici e radioattivi provenienti dal Nord Italia e da alcune nazioni europee.
Scalia lo incalza: «Al nord, quindi, l'attività si svolgeva fino a Latina; dove arrivava ad est? Nella zona del Matese? In Molise?»
Schiavone risponde: «Sì, quella era una zona di nostra influenza.
Scalia: «Quale?»
Schiavone: «Tutto il Matese, fino alla zona di Benevento. Noi avevamo Mimmo Pagnozzi come nostro capo zona insediato a San Martino Villa Caudina, il quale ci gestiva i lavori per nostro conto, ci dava le quote sulla droga e tante di quelle cose».
Scalia: «Non è al corrente di eventuali estensioni verso est, verso l'Abruzzo, ad esempio?»
La risposta di Schiavone atterrisce dimostrando il potere che i clan hanno anche su territori lontani: «Fino al 1992 noi arrivavamo nella zona del Molise (Isernia e le zone vicine), a Latina... Non so cosa è accaduto dopo. Se vogliono, possono arrivare anche a Milano...!».
ESPOSTI ANONIMI - Sono queste le dichiarazioni che hanno allarmato la popolazione. 21 anni fa, però, non è che non ci fossero sospetti. Lo dimostra la cascata di esposti anonimi che in queste ore la Magistratura ha in mano. Esposti di cittadini che nel corso degli anni hanno assistito a camion sospetti entrare nei propri territori e uscirne vuoti. Al centro delle indagini ci sono soprattutto ex cave e terreni abbandonati.
La Regione ha messo in piedi una task-force per verificare le denunce (ne fanno parte i tecnici dell'Asrem, dell’Arpa, della Protezione Civile). Non è escluso che in molti casi si possa trattare di timori infondati basati su voci senza alcun fondamento. Le località indiziate sono quelle di Spinete, Cercemaggiore, Bojano, Guglionesi, Portocannone, Campomarino, Venafro e Termoli.
Se gli esposti sono ancora tutti da verificare, nel passato non sono mancati casi eclatanti: su tutti, i fusti radioattivi rinvenuti in una cantina di Castelmauro e i casi di grave inquinamento accertati a Campomarino e Guglionesi.
La missione della task-force è proibitiva, perché i siti da controllare sono tanti, come le ex cave finite in abbandono. È il caso di Spinete. Come ricostruisce il sito d'informazione molisano primonumero.it:
«La cava in questione – si racconta in paese - si trova nella borgata Iacovantuono. Qui si prendeva l’argilla che veniva portata giù dalla collina al confine tra Spinete e Bojano dove c’era la fornace. In paese girano voci su possibili interramenti fatti dopo la chiusura della cava. Ma sono voci, per l’appunto, non ci si può mica allarmare per questo».
E voci ci sono anche a Cercemaggiore «dove sono stati buttati rifiuti radioattivi nei pozzi scavati dall’Eni una trentina di anni fa per la ricerca del petrolio. I pozzi li hanno chiusi, ma prima dentro ci hanno buttato di tutto e poi li hanno coperti».
Un modus operandi quello di coprire dopo gli sversamenti diffuiso anche a Bojano.
«I fanghi del depuratore della ex Sam, ma anche quelli della Solagrital di qualche anno fa – raccontano invece ai piedi del Matese – sono stati gettati nelle buche a Monteverde e coperti dal letame. Quando i cittadini si lamentavano per la puzza gli dicevano è normale. Ma noi sappiamo che non è così».
Toccherà ora al gruppo di lavoro predisposto dalla Regione Molise verificare tali insopportabili sospetti, fugarli è d'obbligo. Il quadro che viene fuori, però, è quello di 'territori di confine' deboli, a disposizione delle organizzazioni criminali senza scrupoli.
In basso è possibili scaricare il pdf completo delle rivelazioni di Carmine Schiavone