SCERNI – Ci ha lasciato, ieri nella sua casa di Scerni, Bruno Di Virgilio, anima sincera e immancabile dei presidi in Val Sinello, dove per tanti anni aveva lavorato alla Golden Lady.
Bruno, come tanti suoi colleghi, questa estate ha preso parte ai presidi permanenti nati dopo il naufragio della Silda e per noi giornalisti che seguivamo questa vicenda era diventato un punto di riferimento, perché lui c’era sempre.
Ricordo ancora la sera del primo presidio notturno, il 12 luglio scorso. Insieme al suo gruppo che era di turno fino alla mezzanotte accolse me e il collega Giuseppe ‘obbligandoci’ a mangiare uno dei panini con la porchetta portati per passare la serata.
Nessuno avrebbe mai immaginato l’assurda piega che la vicenda avrebbe preso di lì a qualche giorno. Avevamo appena cominciato a conoscere meglio i dipendenti della fabbrica, dopo le affollate assemblee dei mesi passati e lui, all’apparenza burbero, trovava sempre il modo di sdrammatizzare con una battuta.
Bruno c’era la notte del tentativo di forzatura del presidio (il 19), arrivò rispondendo alla prima chiamata di 'allarme' poco prima delle 4 (solo lui sa quante volte in quei giorni ha percorso la strada Scerni-Gissi). Alle prime luci del mattino aveva ancora la forza di scherzare, nonostante gli attimi di forte tensione di qualche ora prima. Prese un peluche ‘al guinzaglio’ (presente lì da qualche giorno) e lo portò fuori dall’azienda, «Vedi, nessuno ti vuole qui, né la Golden Lady, né la Silda», suscitando l'ilarità di tutti.
Bruno c’era in tutte le tappe significative. Durante le interminabili notti ‘perlustrava’ la zona in sella alla bicicletta del custode facendo sorridere i presenti. Sfogliando l’archivio fotografico dei mesi passati, non c’è occasione in cui Bruno non svetti con la sua altezza tra i lavoratori in attesa di conoscere il proprio destino.
C’era il giorno dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario: lo seguì fino all’ingresso della fabbrica e se avesse potuto sarebbe entrato per veder apporre i sigilli sulla merce che nei mesi precedenti gli costò sudore e fatica.
C’era anche la notte durante la quale arrivò l’ambulanza; al mattino successivo mi rimproverò bonariamente per non aver risposto alle sue numerose chiamate notturne.
Non mancò neanche quando alla Silda fu consentito di venire a caricare la merce. Fu il primo a mettersi a qualche passo di distanza dalla porta dalla quale avvenivano le operazioni: doveva vedere – disse – se i proprietari avevano il coraggio di guardare i propri operai offesi con la sciagurata azione di qualche notte prima.
Bruno c’era anche a l’Aquila a metà settembre per protestare in Regione e c’era mercoledì scorso, quando i sindacati hanno riferito dell’esito dell’ultimo incontro al ministero; era stato a raccogliere le olive fino a poco prima. Era stanco per il lungo braccio di ferro, ma deciso ad andare avanti.
È stato uno dei lavoratori maggiormente colpiti dalle vicende della ex Golden Lady, costretto a 52 anni a rimettersi in gioco. Adattarsi alla nuova lavorazione della Silda non è stato facile; nonostante questo ha lavorato quasi un anno gratis con la speranza che fosse la volta buona.
Ieri, dopo la brutta e inaspettata notizia i suoi numerosi colleghi si sono stretti attorno alla moglie Adelaide e ai due figli.
Bruno ha passato una vita alla Golden Lady. Bruno c'era sempre e i colleghi e gli amici di una vita sanno che ci sarà ancora per dar loro la forza di continuare anche per lui.
L'ultimo saluto a Bruno ci sarà domani, 6 novembre, alle ore 15 alla chiesa di San Panfilo di Scerni. A tutta la famiglia vanno le nostre più sincere condoglianze.