GISSI - Sono stati eletti, ma non partecipano ai consigli comunali pur continuando a sedere - virtualmente - tra i banchi della maggioranza. È il caso di Andrea Farina e Mauro Flaviano, membri dell'assise civica di Gissi.
L'articolo 31 (comma 4) del Regolamento del consiglio comunale cita testualmente: «La mancata partecipazione a tre sedute consecutive ovvero a cinque sedute di un anno solare, senza giustificato motivo, dà luogo all'avvio del procedimento per la dichiarazione della decadenza del consigliere con contestuale avviso all'interessato che può far pervenire le sue giustificazioni entro 15 giorni dal ricevimento dell'avviso».
Durante l'ultima seduta dell'assise, il 14 ottobre scorso, il Pd ha sollevato la questione nei riguardi di Farina e Flaviano - che rientrano nei casi previsti dal regolamento - proponendo l'avvio delle procedure di decadenza trovando il fermo voto contrario della maggioranza, nonostante solo uno dei due interessati avesse giustificato l'assenteismo.
Singolare la motivazione fornita dal vicesindaco Agostino Chieffo (lo è ancor di più considerando che la stessa maggioranza ha riconosciuto la presenza dei presupposti) che investe del giudizio sugli assenteisti gli elettori alle prossime votazioni (previste per la primavera 2014).
Il Partito Democratico non ci sta e nei giorni scorsi ha diffuso la seguente nota:
In occasione del Consiglio Comunale del 14/10/2013, la maggioranza comunale ha votato contro la sostituzione di due Consiglieri Comunali di maggioranza per ragioni di assenteismo in occasione delle sedute del Consiglio Comunale, ai sensi dell’art. 31 del Regolamento Comunale.
Questo voto a difesa dell’assenteismo è contrario ad un impegno attivo e costante degli eletti in favore della comunità ed allo spirito della normativa comunale richiamata.
Il Partito Democratico di Gissi contesta questa scelta della maggioranza ed esprime stupore per le parole del Vice Sindaco Chieffo per cui l’unico tribunale che può giudicare i consiglieri sono i loro elettori.
Questa debole giustificazione fa scempio della rappresentanza intesa come mandato generale ed esprime una concezione elettoralistica e personalistica degli eletti i quali sono rappresentanti di tutta la cittadinanza, non solo di una parte.