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Elettrodotto Villanova-Gissi, «La maggior parte dei sindaci ha ceduto di fronte al Dio Denaro»

La nota del 'Comitato Ambiente Salute e Territorio'

a cura della redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

È stato pubblicato il 23 settembre scorso sui quotidiani abruzzesi (Il Centro e Il Tempo) un nuovo Avviso al pubblico da parte di Terna (gestore della rete RTN) in relazione all’Elettrodotto Villanova-Gissi, autorizzato definitivamente con decreto N.239 del gennaio 2013.
L’avviso è on line sul sito della Regione Abruzzo e costituisce informativa ai fini degli espropri per i nominativi degli elenchi relativi ai 16 Comuni interessati dal passaggio della grande infrastruttura (Elettrodotto Villanova – Gissi   a 380 Kv in doppia terna).

L’opera (che nel Vastese attraverserà i comuni di Gissi e Casalanguida, NdR) non ha avuto la sospensiva da parte della magistratura amministrativa, che deve ancora decidere nel merito i ricorsi presentati da Comuni e privati. Pertanto, vi sarà entro l’autunno la notifica ai cittadini indicati negli elenchi dei decreti di asservimento per la servitù coattiva di elettrodotto. Alcuni potranno essere contattati dalla Società Terna per definire l’ammontare degli indennizzi o potranno presentare elementi utili a tal fine al responsabile del procedimento, citato in avviso.
Contro il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico hanno presentato ricorso al TAR i Comuni di Castel Frentano, Lanciano e Paglieta, cittadini privati e il Comitato C.A.S.T. (Comitato Ambiente Salute e Territorio). La strada è in salita, ma la partita è ancora aperta.

Il Comitato ha supportato 40 ricorrenti, residenti a Lanciano, Castel Frentano e Paglieta e ha fin dall’inizio condotto una dura battaglia contro il progetto, soprattutto perché il tracciato definito dalla Società Abruzzoenergia non è stato condiviso in sede di concertazione da tutti i Comuni coinvolti, come richiesto dall’accordo del 2007 Terna-Regione Abruzzo.
La 'strategia' è stata infatti quella di 'aggirare' l’iter più lungo della condivisione in tavoli tecnici con gli Enti locali, presentando invece direttamente un progetto definitivo in Ministero e avviando il procedimento autorizzativi. Ovvero: come sparare il missile, mentre ci aspettava di concludere la fase diplomatica, così da vincere senz’altro la guerra.
Più conveniente – molti Comuni, contrari  alla prima conferenza di servizi, hanno poi cambiato la loro posizione – è stata la scelta di concludere singoli accordi sulle compensazioni per l’attraversamento nei rispettivi territori. Così, 13 sindaci su 16 hanno finito con l’accettare la localizzazione del tracciato di fronte alle proposte compensative, ma è difficile considerare condivisione quella che è risultata essere una partita di trattative private e di accordi dove il territorio – bene comune – è stato messo sul piatto del dio denaro, dimenticando le criticità da tutti, proprio da tutti gridate, all’avvio del procedimento e nella sua prima fase.

In molti casi i singoli accordi hanno stabilito somme ben al di sopra di quanto dichiarato dagli ingegneri di Abruzzoenergia ai Sindaci, sulla base dei valori dell’AEEG. Cifre da capogiro, come i 900.000 euro di Atessa e gli 895.000 euro di Filetto.
I comuni destineranno le somme ad opere di riqualificazione urbana, mentre i residenti nelle contrade attraversate danneggiati dalla vicinanza alla linea vedranno solo la perdita del valore commerciale della proprietà e l’esposizione ai rischi sanitari.

Si ricorda che le motivazioni progettuali dell’Elettrodotto sono state più volte contestate dal Comitato C.A.S.T. durante i primi incontri d’informazione ai cittadini, gli unici che siano stati fatti per dare spiegazioni sull’opera all’inizio e durante il procedimento. La spiegazione per cui l’elettrodotto servirà a fornire energia ad un Abruzzo deficitario e ai suoi - quando c’erano o non erano in crisi - distretti industriali, è ambigua e mal posta.
Il tratto Villanova-Gissi fa parte infatti della nuova dorsale energetica adriatica. Questa sarà un’infrastruttura di complemento non solo della produzione elettrica in Italia, ma soprattutto della produzione di energia da esportare all’estero, attraverso le interconnessioni, in particolare oggi che vi è un esubero produttivo per la diminuzione dei consumi interni dovuta alla crisi. In questo scenario l’aumento di infrastrutture servirà a fare dell’Italia l’hub energetico per la produzione e il trasporto verso l’Europa, tanto a Nord (in luglio sono i cominciati i lavori del grande elettrodotto Italia-Francia per un totale di 190Km totalmente interrati, anche nella parte italiana), quanto ad Est, verso i Balcani.
Ad Est vi sarà il cavo Pescara-Tivat.

Lunga vita, dunque, nello scenario energetico ai poli termoelettrici del Centro-Sud. Chi crede che la partita dei combustibili fossili sia a fine corsa si sbaglia. Gli elettrodotti servono per far lavorare le centrali a combustione fossile. Altro che rinnovabili! 

Antonella La Morgia
C.A.S.T.
Comitato Ambiente Salute e Territorio

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