Le prime famiglie inglesi sono arrivate nell’entroterra vastese tra il 2003 e il 2004. Attratte dal clima e dalla buona cucina hanno acquistato vecchi casali di campagna per ristrutturarli e adibirli a residenza estiva.
A distanza di dieci anni il fenomeno non solo non si è arrestato, ma è in continua crescita come testimoniano le agenzie immobiliari della zona e i sindaci di quei piccoli Comuni che con la presenza degli stranieri hanno in parte tamponato gli effetti dello spopolamento che da decenni affligge le aree interne.
I borghi dell’entroterra collinare e montano piacciono non solo agli inglesi, ai quali va il merito di aver scoperto e valorizzato quelle zone, ma anche a canadesi, olandesi, norvegesi e australiani. Gli stranieri prediligono in genere i casolari di campagna – che sono le abitazioni più gettonate – ma mostrano di gradire anche masserie, villette e vecchie case del centro storico. Insomma, una boccata d’ossigeno per il mercato immobiliare ancora in sofferenza per la crisi economica, ma anche per quei piccoli centri che nel corso di questi anni hanno risentito del continuo esodo verso la costa.
«Le case più richieste sono i casali di campagna», conferma Antonio Caserio, titolare dell’omonima agenzia di Vasto Marina, «ma anche le abitazioni del centro storico a più piani e in buono stato. L’investimento iniziale si aggira, in genere, sulle 60mila euro, ma a questa somma bisogna aggiungere le spese per la ristrutturazione. Quindi il costo reale dell’investimento è decisamente più alto. I Comuni interessati a questo fenomeno sono quelli dell’entroterra vastese, in particolare Carunchio, Palmoli, Casalanguida, Guilmi, Roccaspinalveti, ma comincio ad avere richieste anche per l’Alto Molise. A comprare non sono solo coppie di una certa età , ma anche giovani tra i 25 e i 30 anni. In questi giorni sono in trattativa con una coppia tedesca che vuole acquistare una masseria con dei terreni circostanti per impiantare delle colture biologiche», aggiunge l’agente immobiliare.
Cosa spinge gli stranieri a comprare case che, altrimenti, sarebbero destinate a cadere a pezzi? «Determinante è il fattore climatico», è la spiegazione degli operatori del settore, «ma anche la facilità dei collegamenti: grazie all’aeroporto di Pescara gli scenari per questo genere di mercato sono decisamente rosei». A fare da apripista nell’entroterra vastese è stato Carunchio, borgo medioevale di appena 660 anime arroccato su un colle alla destra del fiume Treste. «Il fenomeno è cominciato dieci anni fa, quando ero assessore», ricorda il sindaco Gianfranco D’Isabella (lista civica), «alcune famiglie inglesi vennero in avanscoperta e acquistarono delle vecchie case da ristrutturare per trascorrere le ferie in estate o durante i fine settimana. In seguito abbiamo avuto richieste da parte di coppie italiane, anche giovani, molte delle quali continuano a conservare un legame con questo territorio. Per un paese come Carunchio sono una risorsa: come amministrazione continuiamo a fare scelte legate a questo tipo di sviluppo».