La conferenza stampa del Civeta e sul Civeta si è tenuta la sera del 23 ottobre nella sala consiliare di Vasto. E già questo è un segnale: si esce da Cupello (dove insiste il sito) e si va nel capoluogo di comprensorio. Evidentemente si vuole parlare a tutto il vastese e si vuole che il Civeta sia considerato un patrimonio di tutti i Comuni, a partire da quello più vasto: Vasto!
Nei banchi alti è assisa “la struttura del Civeta” da Luigi Sammartino a Danza Pomponio, passando per gli altri dirigenti; nei banchi centrali “il corpo politico”: il presidente Silvestri e il direttore Marcovecchio, blindato al centro tra il sindaco di Vasto e quello di Cupello. E, come se non bastasse, nella fila più in basso i tre assessori vastesi: Di Lisa, Bosco e Barisano. E anche questo è un altro segnale: Vasto e Cupello, saldamente uniti nella lotta. Che hanno puntato e puntano su un politico per far “dimenticare” definitivamente il Consorzio intercomunale per la discarica (come si chiamava negli anni ’80, quando la Dc lo inventò per contrastare l’arrivo delle comunicazioni giudiziarie dei cosiddetti “pretori d’assalto” in capo ai sindaci) e trasformarlo finalmente in una moderna azienda dove le assunzioni “clientelari” siano solo un ricordo della prima seconda repubblica (non prima e seconda, ma prima parte della seconda).
Nei banchi consiliari: i giornalisti, il presidente regionale di Lega Ambiente Giuseppe Di Marco, il consigliere Marino Artese del Pd di Vasto ed i consiglieri di San Salvo liberale e popolare Alfonso Di Toro e Nicola di Ninni. Forse il sindaco e il presidente del Consiglio comunale di San Salvo vogliono servirsi di loro (visti i buoni rapporti che hanno con il nuovo direttore generale) per farsi aiutare a transare il contenzioso col Civeta pari ad 800.000 euro? In tal caso potrebbero essere stati “mandati”. Oppure sono andati di loro spontanea volontà? Ma questo sarebbe un altro segnale di “distanza” dalla linea antimarcovecchio espressa con l’emendamento approvato nel Consiglio di San Salvo e respinto a Vasto coi voti della sinistra e di Forza Italia.
Tra i banchi del pubblico, il capo dell’Opposizione di Cupello e alcuni assessori. E tra loro molti cupellesi, segno di quanto il Civeta sia importante per quel Comune che ha saputo presentare e captare il finanziamento Pnrr per il biodigestore e che quindi è l’Ente attuatore per oltre venti milioni di euro. Il Civeta, col bravo direttore tecnico Luigi Sammartino, ispiratore di tutto, ne resta l’Ente realizzatore ed ovviamente il gestore dell’impianto.
Se non fossimo andati di persona ed avessimo visto solo le immagini di quanto raccontato avremmo comunque potuto trarre delle deduzione dai quattro segnali sopra ricordati: la struttura del Civeta in alto; Manuele Marcovecchio tra i sindaci Menna e Di Florio; l’assenza di Magnacca e De Nicolis e la presenza di Di Toro e Di Ninni; numerosi cittadini ed amministratori cupellesi in aula. Quattro segnali che raccontano come la vicenda abbia assunto forti connotati politici, cosa che si evince dalle stesse e non casuali disposizioni fisiche dei presenti in questa conferenza stampa. Vicenda che, come detto, in altro editoriale, è destinata a segnare gli equilibri amministrativi nel futuro prossimo. Ma il fatto che la parte alta della sala Venditti fosse riservata ai dirigenti del Civeta può voler significare che l’azienda ha la forza e l’autonomia per mettersi sopra delle dinamiche politiche e fare quello che con nitidezza si sono incaricati di spiegare all’unisono Sammartino e Marcovecchio: il Civeta sarà punto di riferimento nel centro sud Italia per trasformare i rifiuti in risorsa. L’azienda va bene e chiuderà in attivo. E quando riscuoterà il credito da San Salvo starà ancora meglio.