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SE NE VA GRAZIANO, DI INDOLE BUONA

L'ETERNO RAGAZZO BENVOLUTO DA TUTTI

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Lo conobbi alla scuola elementare; la mia classe stava al secondo piano del Palazzo dei vigili (per capirci dove adesso sta l’ufficio urbanistica). Graziano stava due aule dopo (dove adesso ci sono i lavori pubblici). Io frequentavo la prima e lui la cosiddetta classe “differenziale”. Negli anni settanta del secolo scorso non c’erano gli insegnanti di sostegno e chi esprimeva qualunque tipo di disagio veniva messo in quella classe. Da allora siamo diventati amici. Lo portavo con me agli eventi topici e ai rituali del maiale. E lui ogni volta che mi vedeva mi chiedeva “Quando si fa qualle”. Che era appunto l’evento, nel quale lui voleva avere un ruolo: dal più semplice, come la pulizia dei tavoli, al più complesso, come la collaborazione con la Protezione civile San Vitale. La quale lo dotava di giacca e radio d’ordinanza che lo gratificavano moltissimo, perché si sentiva utile, considerato, importante. Più che per i soldi, lui lavorava per avere il giusto inserimento nella comunità. Aveva iniziato, poco più che ragazzino, a collaborare al cinematografo, prima, ed alle barche, poi, della famiglia di Biagino. 

Certo i lavoretti saltuari che andava facendo, comprese le borse lavoro comunali, gli servivano per campare, ma – ripeto – era più che altro il suo modo per avere un posto nella società. Un posto dignitoso, che lo faceva apprezzare e considerare da tutti, tanto è vero che una delle più fini memorie storiche di questa città, Fioravante D’ Acciaro, quando gli ho detto “hai saputo di Graziano?”, mi ha risposto “Come no? Ha fatto più rumore questa morte che tante altre”

Come al solito Fioravante ha avuto ragione: l' infarto fulminante di Graziano Ganau ha fatto molto rumore, nel senso che la ferale notizia si è subito saputa e diffusa, addolorando tutti, perché Graziano era da tutti benvoluto. Era il senso comunitario che questa città non ha smarrito. E’ stato la dimostrazione che un ragazzo come lui (veniva visto così anche se ultrasessantenne) può farsi volere bene se saluta tutti (e lui così faceva), se non litiga mai con nessuno (e non mi risulta che avesse mai avuto qualche discussione) e soprattutto se esprime bontà d’animo. Graziano, il mio grande amico Graziano, anzi Graziano l’amico di tutti, era un buono. E San Salvo, che non sempre ha saputo salvare chi doveva essere salvato, con Graziano è stata giusta, perché lui era buono, come ho detto.

Fu per questo motivo che un altro grande personaggio di questa nostra comunità, Antonio Cristini, pure lui scomparso prematuramente, lo invitò al suo matrimonio. Graziano venne quel giorno col vestito della festa, sedette con noi e onorò quella giornata. Antonio era severo con la società, la riteneva ingiusta e da cambiare, ne contestava (per me giustamente) le dinamiche classiste ed escludenti (e per questo amava i Nomadi, come io amavo ed amo Fabrizio De Andrè, il cantante degli ultimi). Cristini gli voleva bene perché sapeva che se tutti avessimo avuto l’indole buona di Graziano la società sarebbe stata diversa e migliore. 

San Salvo oggi è triste, perché ha perso uno dei suoi figli più buoni. Graziano è stato quella parte di noi che è quotidianamente soppiantata da personalismi, grettezze e rincorse ambiziose. E’ stato il bene che pure abbiamo dentro, lotta contro il male e non emerge. Ma che in lui almeno abbiamo saputo riconoscere. Grazie Amico mio per quello che sei stato.

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