GISSI - È arrivato il tempo di tracciare un bilancio sulla riconversione dell'ex Golden Lady di Gissi. È passato ormai un anno dalla firma apposta a Roma sugli accordi che dovevano risollevare le sorti degli ex-lavoratori di Nerino Grassi e - si diceva - creare anche nuove opportunità occupazionali. Le alterne vicende degli ultimi mesi, invece, hanno dipinto tutta un'altra situazione.
Giuseppe Rucci (Filctem-Cgil) analizza la situazione attuale: «Quella giornata così importante divenne anche uno slogan per qualche partito politico, che attraverso manifesti, se ne intestava i meriti e la paternità. Cosa rimane oggi di quell’accordo, delle passerelle politico istituzionali, dei manifesti celebrativi, delle paginate sui principali quotidiani nazionali, delle apparizioni televisive della Fornero sul tema o del metodo di lavoro del Ministero portato ad esempio positivo su come si possono risolvere drammi occupazionali?».
SILDA INVEST. La Silda Invest, del settore calzaturiero, avrebbe dovuto assorbire circa 250 unità. Qui, la tegola, invece, arrivò qualche mese dopo la firma proprio dalle istituzioni centrali.
Spiega Rucci: «L’abolizione della formazione on the job con la legge di stabilità 2012 (relatori furono due parlamentari abruzzesi come Legnini del Pd e Tancredi del Pdl ) fu il primo drammatico colpo assestato dalle stesse Istituzioni alla riconversione. Da allora si è cercato di trovare soluzioni alternative, come sempre da soli, che non hanno prodotto quanto auspicato; la situazione ad oggi è quella di aver visto lasciare l’azienda a circa 60 lavoratori che sono tornati in mobilità ed enormi problemi ai restanti circa 170, poiché ci sono grossi dubbi rispetto al futuro e al progetto industriale ancora in essere. Si parlava di creare un Polo calzaturiero, di fare altri investimenti circa l’innovazione e la ricerca ecc. Nulla di tutto questo, se non i sacrifici continui di centinaia di lavoratori che hanno lavorato per 8 mesi senza salario, con la speranza di agevolare il progetto e che oggi non esitano a vedere la mobilità come unica certezza di reddito per il futuro. Anche la Silda non riesce concretamente a dare quelle garanzie che il territorio ed i lavoratori si aspettavano».
NEW TRADE. In un'altra porzione di capannone si è insediata la New Trade di Prato. 115 (poi scesi a 75 per via di chi scelse la mobilità) i lavoratori da riassumere. In questo caso la brutta piega presa dalla riconversione fu subito ben visibile.
«Disastro totale - commenta Rucci - Con la benedizione del Ministero e di tutte le Istituzioni locali, si è permesso di far insediare sul nostro territorio una azienda che sin da subito ha iniziato a manifestare una certa ripulsione verso il sindacato, i contratti nazionali da rispettare, le legittime richieste delle lavoratrici e dei lavoratori e il rispetto degli accordi sottoscritti. Ad oggi lavorano soltanto 10 ex Golden Lady dei 75 previsti, con il paradosso che alcuni sono stati immediatamente licenziati e i restanti, nonostante l’impegno di assunzione, neanche richiamati».
GOLDEN LADY. Inutile ricordare la felicità delle lavoratrici e dei lavoratori la mattina di un anno fa. La lettura degli accordi firmati sembrava dovesse segnare un ritorno ai 'bei tempi' del lavoro in Golden Lady. Nulla di più sbagliato. È proprio grazie alla vecchia proprietà - fuggita in Serbia per poter pagare in modo misero i propri dipendenti - che per quasi 400 persone del Vastese aleggia ancora lo spettro della disoccupazione e dell'incertezza.
Giuseppe Rucci, però, riconosce un minimo d'impegno nella fase post-delocalizzazione: «Loro hanno creato, con le loro scelte, il disastro a livello occupazionale. Per onestà sono anche stati gli unici a mettere a disposizione delle risorse per agevolare la riconversione (10,000 euro per ogni assunto alla Silda e affitto gratuito del capannone per 7 anni alla New Trade). Per quello che mi riguarda, sono loro i primi che dovranno nuovamente farsi carico della mancata riconversione che nonostante le prime disponibilità iniziali, negli ultimi mesi sono nuovamente "spariti”».
ISTITUZIONI. Sparite. I rappresentanti istituzionali sono colpevoli - secondo Rucci - di essere spariti nel nulla dopo le fasi iniziali. Lo stesso Rucci illustra il loro comportamento: «Ministero del Lavoro, Ministero dello sviluppo economico, Regione, Provincia e Comune sono letteralmente spariti. È incredibile come nonostante tutti siano a conoscenza della drammatica situazione, seppur sollecitati ( ultima richiesta unitaria datata 19/03/13 ), nessuno prenda iniziative. Come si può accettare supinamente che questo territorio venga UMILIATO in questo modo? Come si può pensare che centinaia di lavoratrici e lavoratori ai quali era stata data una nuova prospettiva, vengano abbandonati al loro destino? Come non farsi carico di riavvicinare la Politica ai problemi reali delle persone con risposte ed iniziative concrete ( basta con solidarietà e sterili comunicati stampa vagamente autoassolutori) cercando di sanare quell’abisso che oggi viene rappresentato principalmente dall’astensionismo o dalla sfiducia verso le Istituzioni?».
«Le OO.SS. - conclude il sindacalista - con tutti i loro limiti, continuano quotidianamente a confrontarsi con questi lavoratori, raccogliendo la loro disperazione, le loro legittime critiche, i problemi di una prospettiva che non si vede, neanche per i loro figli, cercando di fare quanto possibile, stante la ingarbugliata situazione. Pare che tra il 10 ed il 14 giugno possa arrivare una convocazione dal Ministero; attendiamo fiduciosi, con la consapevolezza, che almeno questa volta al tavolo le Istituzioni locali pretendano chiarezza, pretendano soluzioni certe e rapide, pretendano che in questo territorio non puo’ e non deve esserci spazio per avventurieri o pseudo imprenditori, perché la qualità è un termine che deve essere utilizzato non solo per i prodotti da realizzare, ma anche nelle azioni e nei comportamenti conseguenti, soprattutto per quella che viene definità classe dirigente di un paese. A tutti i lavoratori la certezza che almeno, da parte sindacale, nessuno verrà lasciato solo».
Domattina per non spegnere i riflettori sulla propria situazione, i lavoratori dell'ex-Golden Lady osserveranno, davanti lo stabilimento, un minuto di silenzio per ricordare la 'scomparsa' della riconversione.