Tiziana Magnacca è la settima consigliera regionale di San Salvo dopo Vitale Artese, Arnaldo Mariotti, Eugenio Spadano, Antonio Boschetti, Nicola Argirò e Paolo Palomba. Se farà l' assessore sarà la terza dopo Vitale Artese (che fu anche vice presidente della Giunta) ed Antonio Boschetti (che ebbe le attività produttive). Dei sei suoi predecessori alla Regione solo Mariotti fu per tutti i suoi anni di mandato all' Opposizione. Gli altri cinque sono tutti stati in maggioranza (o anche in maggioranza), presiedendo Commissioni o facendo parte dell' Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.
Sul piano politico, possiamo dire che questa sua elezione (indipendentemente dal ruolo che andrà a ricoprire all' Aquila e/o a Pescara) la consacra come terzo leader politico del proprio schieramento: Artese fu leader incontrastato della Dc, Mariotti lo fu del Pci/Pds/Ds (anche se nella sua coalizione dovette "vedersela" con vari colonnelli: Spadano leader al tempo del Ppi, Boschetti della Margherita e Marchese che gli succedette come sindaco). La leadership della Magnacca è, oggi, una via di mezzo tra quella di Artese e quella di Mariotti. Come il democristiano, lei è leader incontrastata nel suo partito (qualunque sia o sia stato), ma come il comunista ha chi la insidia nella sua stessa coalizione. Infatti, la neo consigliera regionale ha preso il 40% dell' intero corpo elettorale (che ha portato FdI al 46%), equivalenti all' 80/90% della sua coalizione. La quale, tuttavia, è composta, oltre che dai suoi fedelissimi, anche da marcovecchiani e azionisti (Marcello e Argirò), votati dal 10% dei sansalvesi, che, come sappiamo, fedeli non sono. Dall' altra parte resta il 33% dell' elettorato che può considerarsi lo "zoccolo duro" del centrosinistra e che molto probabilmente sarebbe salito se ci fosse stato un candidato locale.
Come si comporteranno le tre parti menzionate è difficile da prevedere, perché dipenderà da dinamiche personali e politiche con molte variabili e che comunque vedremo da qui alle prossime comunali. Beninteso, esse potranno anche ridursi a due, ma resta certo che Tiziana Magnacca, per quanto forte elettoralmente, continuerà ad avere avversari interni ed esterni. Come li ebbe Artese (che mentre stava alla Camera aveva Mariotti alla Regione e la sua carriera finì il 3 luglio ‘ 82 quando votarono contro il sindaco designato due della sua stessa lista) e come li ebbe Mariotti (che quando stava alla Camera aveva Spadano alla Regione ed Argirò alla Provincia da assessore, entrambi suoi oppositori). Questo per dire che le leadership cittadine non mettono a tacere gli oppositori. Anzi, tanto più quella di oggi sarà soffocante quanto più susciterà reazioni. Almeno in coloro che si sentono liberi, come il sottoscritto che ha sempre espresso il suo pensiero sia nella fase di Artese e sia in quella di Mariotti. E lo stesso farà in questa, tanto più se qualcuno tenterà di tacitarlo. Chi scrive (sia detto per inciso!) parla e continuerà a parlare, con l’approccio e l'onestà intellettuale di sempre, garantito dall'art. 21 della Costituzione e soprattutto dal suo personale coraggio!
Una storica famiglia comunista (composta da un papà che era stato prigioniero in Russia durante la guerra e da tre tosti figli maschi) disse alla fine degli anni settanta: "Don Lelline po' cummanna' gna vo asse, ma nì nzj chicame mai" ossia “Don Lellino può comandare quando vuole, ma noi non piegheremo mai”. Ovviamente, non tutti la pensavano come loro e molti, anche di sinistra, varcarono le soglie di Via Madonna delle Grazie, passando col potente del tempo. Lo stesso accadrà con la Magnacca, di cui alcuni amici le diventeranno nemici ed alcuni nemici che le diventeranno amici. Se saranno più i primi che i secondi dipenderà dal potere che lei gestirà, da come lo gestirà e dalla capacità degli oppositori di calarsi nella nuova fase politica che il 10 marzo ha di fatto aperto a San Salvo e forse anche nel territorio.