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Enzo Costantino esplora la Cultura dei Motociclisti nei Social Media

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Nel turbine caotico delle strade affollate e dei sogni che sfrecciano veloci come lampi di luce, la motocicletta assume un ruolo che va ben oltre il mero concetto di mezzo di trasporto. È un'icona di libertà, potenza e ribellione. Ma per molti, essa rappresenta anche un veicolo che incarna un desiderio profondo: essere visti e apprezzati, sentirsi parte di qualcosa di più grande di loro stessi.

Per molti individui, specialmente quelli che hanno accumulato gli anni, la moto rappresenta un ritorno a un'epoca in cui le responsabilità erano meno opprimenti e le avventure costituivano l'essenza stessa della vita. Il rombo possente del motore sembra agitare le catene dell'età adulta, risvegliando un'anima ribelle e giovane che ancora brama di essere riconosciuta e ammirata.

Ma dietro questa ricerca di libertà e identità, si cela spesso una ricerca più sottile: quella del consenso sociale. La motocicletta diviene un mezzo per essere notati e apprezzati dagli altri. Molti dedicano tempo, denaro ed energia nella personalizzazione delle proprie moto, non solo per migliorarne le prestazioni, ma anche per proiettare un'immagine di sé che desiderano far percepire agli altri.

In alcuni gruppi si entra in "Tana", nell’atmosfera Hippie da Easy Rider - Libertà e paura, il film che esprime la cultura del mondo hippie di fine anni Sessanta: i protagonisti sono malvisti dalla gente comune per il loro aspetto, il loro modo di vestire, di vivere e di comportarsi, pur essendo persone non violente che vanno per la loro strada senza creare fastidi. 

Aspettative e sfide mentre si muovono attraverso il mondo digitale.

In un post scherzosamente qualcuno descriveva l’abbigliamento ed il fare tipo: "In estate canottiera unta, gilet, guanti a mezze dita, jeans stappati e infradito!!! Alito massiccio e tasso alcolico al limite". E per un po' non essere sé stessi, perché si va nella "tana" oltre che con i propri mezzi da mostrare anche l'abbigliamento in pelle con tanti adesivi, bandana, stivali e via di birra per ricreare atmosfera hippie.

In un'epoca in cui i social media dominano le interazioni umane, la motocicletta diventa uno strumento per alimentare l'ego online. Le immagini di viaggi epici, di motociclette scintillanti e di avventure audaci diventano il biglietto d'ingresso per il club esclusivo dei "cool" e dei "giovani di cuore". È una competizione costante per chi può apparire più audace, più avventuroso, più "cool" agli occhi degli altri.

Tuttavia, dietro questa ricerca di consenso sociale, si cela spesso una fragilità nascosta. Molti motociclisti temono di essere dimenticati o considerati vecchi. La motocicletta diventa così un mezzo per combattere l'invecchiamento e dimostrare che non si è mai troppo vecchi per vivere la vita al massimo.

Ma oltre alla ricerca di consenso e all'immagine proiettata, si cela una bellezza autentica nella passione per la moto. È la gioia di sentire il vento addosso, l'emozione di conquistare strade mai percorse prima, l'orgoglio nel superare i propri limiti. È una connessione profonda con la propria essenza più selvaggia e libera, che va al di là di qualsiasi immagine possa essere proiettata agli occhi degli altri.

La motocicletta può portare le persone fuori di testa, ma non solo per il desiderio di apparire o di ottenere consenso sociale. È anche un mezzo per trovare sé stessi, esplorare il mondo e vivere la vita con un'intensità che solo poche altre esperienze possono offrire.

Immagini da Wikipedia Enciclopedia Libera - https://www.wikipedia.org/

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