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Giulia, martire della sacrosanta battaglia per l' uguaglianza del genere umano

È dovere degli uomini sostenere l' emancipazione femminile contro i violenti che non l' accettano

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“La storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotte: liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi”. Parto dall' incipit del Manifesto, ma solo per dire che Carlo Marx nel 1848 aveva dimenticato di annoverare gli uomini tra gli oppressori e le donne tra le oppresse... di tutti i tempi.

Forse Marx non aveva messo le donne tra gli oppressi, perché fino ad allora esse non avevano preso coscienza del loro stato di sfruttate per iniziare la giusta lotta di liberazione. Per fortuna, soprattutto dall' ultimo secolo, le donne hanno iniziato a rompere le catene che da dieci mila anni le tengono subordinate agli uomini. Era stato proprio il miglior amico di Marx, Federico Engels, ad associare l' inizio dello sfruttamento femminile a quello dell' agricoltura, intesa come organizzazione stanziale della cellula familiare, basata sul patriarcato maschile e sulla soccombenza femminile.

Ora le donne (almeno quelle occidentali) stanno uscendo dalla millenaria subalternità, con pesanti silenziosi sacrifici negli studi, nel lavoro, nella procreazione e nella educazione dei figli. E stanno cambiando per davvero la società, ben più di quanto hanno fatto gli operai ed i poveri. Quindi l'aspirazione di Giulia Cecchettin di laurearsi può considerarsi una battaglia, sia pure individuale, del processo di affrancazione di genere.

Ma così come gli sfruttatori nelle fabbriche e nelle campagne hanno cercato di bloccare l' avanzata legittima degli operai e dei contadini poveri, allo stesso modo gli uomini tentano di frenare la legittima  possibilità delle donne di porre fine alla storica subordinazione finanche nei legami affettivi e nelle relazioni di coppia. Quando gli uomini non hanno argomenti per convincere le donne, passano dalla coercizione psicologica alla violenza. Questo, e solo questo, è il motivo della morte di Giulia e dei tanti femminicidi, di cui, noi uomini di oggi, non possiamo fare altro che vergognarci.

Affiancare le donne nella loro legittima e dura battaglia di uguaglianza è nostro dovere morale e diventa azione risarcitoria verso  persone come Giulia, martire nella sacrosanta battaglia per l' uguaglianza del genere umano.

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