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DI NINNI ESCE DALLA LISTA DELLA MAGNACCA E DI TORO DALLA LISTA DI SPADANO

CHE FARANNO DE NICOLIS, LIPPIS E LE ALTRE DUE NON ANCORA SCHIERATE???

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Questa è un’estate calda, anche sul piano politico. Infatti, l’Opposizione ha presentato denunce sui lavori pubblici e ha chiesto le dimissioni di un assessore; un consigliere comunale di maggioranza è entrato in Forza Italia il giorno dopo che il “suo” capolista era entrata in Fratelli d’Italia e un altro consigliere ha dato “consigli” alla “sua” maggioranza durante la penultima seduta consiliare; la sindaca ha convocato tutti dopo quella seduta, ma la proposta del suo vice di fare il solito comunicato ipocrita/unitario non è passata; è guerra continua sui social tra gli opposti sostenitori; nell’ultimo Consiglio ci sono state scintille tra la sindaca e l’ex consigliere regionale Nicola Argirò; l’ex assessore ed attuale coordinatore provinciale di Azione Politica, Tonino Marcello, infiamma i social con post che definire uno stillicidio per la sindaca è poco.

In questo clima rovente è passata quasi inosservata la nota a firma di Alfonso Di Toro e Nicola Di Ninni, con cui costoro hanno deciso di formare il nuovo gruppo consiliare di “San Salvo popolare e liberale”. Proviamo a capire di che si tratta per vedere a cosa porta questa nuova coppia politica.

Intanto va rilevato che Di Ninni ha lasciato il gruppo più numeroso di maggioranza, di cui lui stesso era capogruppo e la Magnacca leader ed Alfonso Di Toro ha lasciato il gruppo “San Salvo popolare” di cui lui medesimo era capogruppo e Spadano il leader. Quindi Di Ninni ha lasciato la Magnacca e Di Toro ha lasciato Spadano: mica si scherza! 

Il nuovo Gruppo fa riferimento all’attuale presidente della Commissione territorio della Regione Abruzzo, Manuele Marcovecchio, che sarà ricandidato alle regionali nella Lista di Forza Italia. La cosa, sicuramente, non piace alla Magnacca, che sarà candidata, sempre alle regionali, ma nella Lista di Fratelli d’ Italia. Per cui, “politicamente parlando” il nuovo gruppo sarà in guerra con la donna più potente della Città. E se otterrà qualcosa “nel pieno rispetto della dignità e della rappresentanza di ciascuna forza politica di maggioranza" (come i due hanno chiosato in puro stile forlaniano), lo otterrà col braccio di ferro, perché la Magnacca non cederà nulla se non ne sarà costretta. Figuriamoci se dopo che Di Toro e Di Ninni andranno per le case a chiedere i voti per Marcovecchio, costei darà loro la presidenza del Consiglio comunale o farà nominare un assessore di riferimento… che il gruppo potrebbe chiedere, visto che attualmente non è rappresentato in Giunta.

E’ certo che tra i magnacchiani (Tiziana Magnacca, Nicola Mastronardi, Maria Travaglini, Roberto Rossi ed Angelo Fabrizio, gli ultimi due sono i nuovi consiglieri incaricati con deleghe del sindaco) e i marcovecchiani di “San Salvo popolare e liberale” (Di Toro e Di Ninni) si aprirà, in assenza di retromarce, un aspro confronto elettorale (tutto interno al centrodestra) alle imminenti regionali, che successivamente potrebbe lasciare strascichi anche in Consiglio comunale.

Per cui diventano fondamentali le scelte di coloro che al momento sembrano come Lotta Continua di una volta (ossia né con lo Stato e né con le Brigate Rosse): Carla Larcinese, Carmen Di Filippantonio, Giancarlo Lippis ed Emanuela De Nicolis, ni quali oggi non sembrano né magnacchiani e né marcovecchiani. Essi saranno tirati per la cosiddetta giacchetta dai due schieramenti contrapposti. Infatti, il titolo del comunicato è stato “Nasce San Salvo popolare e liberale a sostegno della sindaca Emanuela De Nicolis”, perché al momento i marcovecchiani non hanno interesse a farsi nemica la sindaca, ma la invitano, sia pure in modo subliminale, a restare neutrale nella lotta dei lunghi coltelli. E’ chiaro, tuttavia, che per la sindaca è più facile “rispondere” ai due Fabii o adirarsi “per fatto personale” contro Argirò piuttosto che scegliere tra la Magnacca e Marcovecchio alle prossime elezioni. La stessa Magnacca le potrebbe raccontare di quando, cinque anni fa, si trovò tra i due fuochi casolani (Marcello/Travaglini), cosa che avrebbero poi generato la frattura insanabile finita con le candidature di Marcello/Raspa/Argirò dall’altra parte.

Anche per il buon Lippis scegliere sarà difficile. Essendo pure lui uno scontento, la logica lo vorrebbe nel nuovo gruppo marcovecchiano, ma ciò lo porrebbe in concorrenza con Di Toro per la eventuale presidenza del Consiglio comunale. E d’altra parte schierarsi con la Magnacca, gli è psicologicamente difficile, perché chi è stato punto da un serpente ha paura pure di una formica. Dunque pure Lippis resta al momento né con lo Stato e né con le Brigate Rosse.

Tuttavia, se non sappiamo con chi andranno coloro che sono sospesi, possiamo dire che, così come le regionali del 2019 determinarono le fratture alle comunali del 2022, le regionali del 2024 decideranno le sorti di questo centrodestra, anzi la sua stessa sopravvivenza. E forse l’ultimo sclero consigliare della De Nicolis sta proprio in questa consapevolezza. 

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