Caro Presidente Ferrara,
la Sua lettera, nella quale rintraccio tra le righe il riconoscimento sottile del mio ruolo interpretato con rigore, se pur con sottolineature caratteriali, mi offre l’occasione per consegnare a Lei e a chi legge il disagio di un Direttore. La correttezza dei rapporti istituzionali e lo scrupoloso rispetto dei ruoli sono da sempre fondamento del mio agire, nel segno della trasparenza e condivisione, come dimostrano i voluminosi dossier che ho sempre prodotto per documentare scelte e azioni intraprese per colmare lacune gravissime dell’assistenza sanitaria in provincia di Chieti, devastata da una “siccità” ultra decennale in termini di tecnologie, investimenti strutturali e risorse umane.
Mai nascosti o ignorati i problemi, mai taciute le difficoltà, sempre dichiarati i margini concreti di intervento, condivisi con la Regione, con l’Università, come dimostra il numero di riunioni della Commissione Paritetica, e con i Sindaci che hanno avuto sempre massima apertura da parte mia, sia nel contatto diretto che attraverso il Comitato Ristretto. Che, però, Francesco Menna ha portato su un percorso che non esito a definire “deviato”, trasformando un organo consultivo dell’Azienda sanitaria, con ruoli chiari e definiti, in un tribunale, dove sfilano testi d’accusa reclutati con il preciso intento di mettere sulla graticola il sottoscritto. Vale per l’audizione che si è tenuta con alcuni primari universitari, come per le altre numerose istanze già avanzate, sempre da Menna, nel ruolo di collettore delle richieste degli operatori sanitari e della generica protesta.
L’imputato Schael è chiamato a rispondere ai suoi dipendenti e a chiunque abbia qualcosa da rivendicare al cospetto del Comitato dei Sindaci? Sono saltate le regole, caro Sindaco Ferrara. Immagino anche il disagio che prova Lei stesso, da persona equilibrata e misurata qual è, nel gestire un organismo che travalica competenze, ruolo e buon senso.
E non regge, davvero non regge, il dichiarato intento “di risolvere i problemi”, perché sappiamo bene tutti che non è quella la strada. Non è il processo al Direttore che porterà a migliorare l’assistenza in questo territorio. Non è con la sfilata di testi di accusa arruolati da Menna in qualità di difensore degli oppressi. E allora mi chiedo, che senso ha tutto questo? Attiene per caso a quelle “infiltrazioni” della politica evocate da Lei, caro Sindaco Ferrara, a proposito del consigliere regionale che sceglie autonomamente di prendere posizione in favore della nostra Asl quando è attaccata a testa bassa? Non ci vedo nulla di autentico in questa strambata di Menna, che deve aver scoperto di colpo, da qualche mese, i mali della nostra sanità. Strano che non li avesse chiari da prima, lui che l’impegno in sanità lo ha vissuto in prima persona in anni precedenti, lui che ha avuto sempre apertura massima dal sottoscritto.
Faccio fatica a riconoscere il valore di questo modo di confrontarsi, e credo, che come me, accada anche al Comitato ristretto e ai 104 sindaci che rappresentate, trascinati vostro malgrado in una battaglia strumentale tesa a colpire una Direzione che con le risorse a disposizione e i cocci lasciati dalla pandemia cerca di tenere assieme assistenza e conti in ordine. Ma questo sarebbe un discorso ispirato alla ragionevolezza che non si può chiedere in questo momento a un populista come Menna.
Sono vicino, perciò, al Comitato Ristretto dei Sindaci impegnato nella non facile gestione degli equilibri interni, perché ognuno dei componenti sa bene quali sono i margini di manovra e a cosa possiamo realisticamente puntare, al netto delle tentazioni di altra natura estranee al fine della salute collettiva. Che non passa per la difesa di una categoria, di un ospedale o di un interesse di parte, strada pericolosa perché il rischio di penalizzare il resto del sistema è alto. Con le risorse a disposizione, io ho sempre scelto di non mortificare nessuno, e ho spalmato investimenti e attrezzature su tutto il territorio, come dimostrano i fatti; non posso pensare che i Sindaci me ne facciano una colpa, e comunque io vado orgoglioso di questa scelta.
Peccato davvero, caro Sindaco Ferrara, che la Sua imparzialità sia messa in ombra da compulsive richieste di Menna di dar fuoco alle polveri in una stagione che è già rovente di suo, e non solo per l’afa. So che anche queste mie parole saranno interpretate in modo capzioso e strumentale da chi può aver interesse a farlo, ma mi prendo la libertà di esprimere un pensiero, generato da un evidente sconcerto per un irrituale “modus operandi”.
Accolgo pienamente, caro Sindaco, l’invito a non utilizzare la politica come leva impropria, per difendere o colpire. Non l’ho mai fatto, perché con essa un tecnico può confrontarsi solo sulla programmazione e sugli indirizzi, ma tale sano principio deve valere per tutti. Le contese non sono utili al bene comune, e credo nemmeno a catturare consensi.
Torniamo dentro le regole, serve per lavorare in serenità nel rispetto delle istituzioni e, prima ancora, degli uomini. Cordialmente