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COMIZIO DI TRAVAGLINI CON IL PRIMO CALDO ESTIVO

MA FARA' CALDO ANCHE QUANDO PARLERA' LA DESTRA

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Nel tardo pomeriggio di venerdì 23 giugno, i consiglieri comunali della coalizione di Fabio Travaglini hanno fatto un comizio, in cui, oltre al leader, hanno preso la parola Emanuela Tascone ed Antonio Boschetti (Gruppo Pd) e Nicola Argirò (Gruppo Azione politica).

Tascone ha detto di essere più emozionata che nei comizi dell'anno scorso; Boschetti, la cui battuta sul "candidato sindaco fotocopia sbiadita" resta indimenticata, ha fatto un’altra battuta: "sindaco e presidente fanno a gara a mettersi la fascia. La prima se la mette saltuariamente quando viene da Termoli e l'altra ad ogni pintone"; Argirò ha parlato di "nuova sosta nella stazione di Fratelli d' Italia, dopo essersi già fermata nella stazione civica, poi in quella di Forza Italia, poi in quella della Lega, quindi di nuovo in Forza Italia e ora in quella dei Fratelli". Né Boschetti e né Argirò l'hanno mai nominata, ma è chiaro che si riferissero a Tiziana Magnacca, in procinto di passare a Fratelli d' Italia dopo aver ottenuto la candidatura alle prossime elezioni regionali direttamente dal governatore Marsilio, come rivelato dal Centro alcuni giorni fa. Fabio Travaglini ha, soprattutto, messo in luce l'unitarietà della sua coalizione rispetto a quella avversaria.

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Chi ha la bontà di leggere i nostri editoriali sa bene che abbiamo l’abitudine di riferire i fatti di cronaca e poi di commentarli, esaminando soprattutto cosa li originano. In questo caso, chiediamoci perché Travaglini ed i suoi hanno chiamato a raccolta, con 28 gradi all’ombra, candidati e simpatizzanti, tutti diligentemente seduti al cospetto del piccolo palco. 

Come abbiamo detto negli editoriali post voto e come è ben chiaro a chi fa politica (a partire dagli esponenti di minoranza, ma non solo a loro), le ultime comunali sansalvesi sono state un referendum sull’azione amministrativa e politica della Magnacca. Si è trattato di un referendum che l’ex sindaco ha vinto di misura, ma il risultato risicato di Emanuela De Nicolis ha generato una Giunta, in cui i leader autorevoli sono tutti fuori (tranne Eugenio Spadano) e con la stessa Magnacca che quando è troppo interventista viene accusata di non dare spazio agli altri e quando lascia fare i suoi “ragazzi”, costoro non fanno certo bene come farebbero gli amministratori esperti. 

Con una situazione simile e a dir poco precaria, l' ex sindaco spera che questa sia la volta buona per andarsene …all’Aquila nella primavera prossima e, quindi, si è organizzata con Marsilio per farsi candidare in quello che oggi è il primo partito italiano e regionale. Tuttavia, e lo abbiamo già detto nel nostro editoriale a commento della indiscrezione del Centro, non le metteranno il tappeto rosso: nel suo nuovo partito, candidature meloniane della vecchia guardia (come Francesco Prospero, Carla Zinni, ed Antonio Tavani) saranno blindate dal partito; gli uscenti (a partire dai vastesi) non le sottrarranno il voto di opinione destrorso a Vasto, ma sicuramente la bloccheranno tra i cosiddetti “poteri forti”; il territorio, è ovvio, sarà un buon bacino per lei, ma sicuramente lo troverà affollato. Ed allora diventa fondamentale questa Città, che di Donna Tiziana fu innamorata, regalandole – come lo stesso Boschetti ha ricordato – nel 2017 il 67% dei voti. Però San Salvo ha anche dato prova che quel plebiscito poteva (e può) essere riportato a dimensioni elettorali normali, come accaduto l’anno scorso. 

Una dimensione elettorale normale dipende da almeno tre fattori: 1) che la quasi metà della popolazione che ha votato centrosinistra sia coltivata: ecco dunque la ragione di un comizio con 28 gradi all’ombra; 2) che la struttura comunale sia controllata da parte della minoranza, per evitare il clientelismo elettorale (che, come era nello spirito della prima Bassanini, si evita solo se dirigenti e funzionari hanno il coraggio di dire all’amministratore di limitarsi a dare l’ indirizzo politico): ecco perché le “carte vengono inviate ad Enti di controllo", come ha ribadito Argirò; 3) che esplodano finalmente in maggioranza le contraddizioni, che covano sottotraccia: ecco perché le prossime regionali saranno cruciali come lo furono quelle di quattro anni fa. Nel 2019, la candidatura “imprevista” di Maria Travaglini non solo non fece eleggere Tonino Marcello, ma di fatto creò una spaccatura insanabile a destra, culminata con la creazione di Azione politica, oggi nemica numero uno della Magnacca. La quale sicuramente sarà inviperita con eventuali candidati, supporter e capi elettori della sua parte locale, di cui un tempo fu leader indiscussa. Motivo per cui, anche quando parlerà la destra farà caldo, ma non per i 28 gradi all’ombra. Piuttosto per il probabile fuoco incrociato che si spareranno addosso.

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