Un articolo apparso l’altro giorno su Repubblica ha reso noto il probabile accantonamento del progetto del raddoppio ferroviario Roma-Pescara che figurava tra quelli da finanziare con i fondi del Pnrr. Alla base della paventata decisione la scelta da parte del Governo di concentrare le risorse finanziarie su alcuni progetti soltanto ed in particolare, a quanto trapelato, sul Terzo Valico, sulla variante di Vicenza e alcune tratte della Salerno – Reggio Calabria. In altre parole l’Abruzzo, come buona parte delle regioni meridionali del versante Adriatico, dovrà ancora attendere la realizzazione di un progetto di cui si attende l’inizio da circa un secolo e che rimarrà in mente dei chissà per quanto tempo ancora.
Poco consolatorie appaiono in questo contesto le parole del governatore Marsilio il quale ha dichiarato, senza forse esserne convinto anche lui, che :” questo non significa che l’opera non si farà ma andrà finanziata con altri fondi”. Resta il fatto che con questa decisione il governo, anche questo governo, dimostra di non tenere conto della necessità d’un maggiore e più rapido collegamento dell’Abruzzo con la Capitale e dei benefici d’ordine economico che ne scaturirebbero. Accantonato o quanto meno rinviato sine die questo risultato che sembrava prossimo, fallito anche il tentativo di Remo Gaspari di scavalcare gli ostacoli che si frapponevano al raddoppio della linea verso Roma con l’adozione del famoso “Pendolino” che entrò però in esercizio in altre regioni, fallito al momento persino il progetto di adeguare la linea ferrata adriatica all’alta velocità, ci tocca consolarci pensando che quel po’ che abbiamo in termini di mobilità ferroviaria lo dobbiamo ai governi post unitari (che si mossero però su progetti avviati dai Borboni delle Due Sicilie).